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Formazione, accademica

29 Agosto 2014

Formazione, accademica

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Due modi e due mondi veramente differenti nel concepire l’attività giornalistica e il miglioramento delle competenze professionali.

Sono iscritto all’Ordine dei giornalisti della Lombardia come pubblicista e confesso di non avere ancora preso in debita considerazione il dossier dei corsi di formazione obbligatori in vigore dal gennaio di quest’anno.

Si tratta di maturare sessanta crediti in un triennio, con un minimo di quindici crediti annuali. Almeno quindici crediti vanno acquisiti su temi deontologici. Le metodologie sono le seguenti:

  • frequenza a corsi, seminari, master.
  • svolgimento di attività formative in e–learning accreditate dal Consiglio nazionale dell’Ordine.
  • partecipazione ad eventi in qualità di relatore.
  • pubblicazione di libri a carattere tecnico–professionale.
  • insegnamento a livello accademico di discipline riguardanti la professione giornalistica.
  • frequenza di corsi di formazione organizzati da aziende, istituzioni pubbliche e private e altri soggetti accreditati dal Consiglio nazionale.

All’insegna della formazione professionale continua e della modernità, i crediti acquisibili online sono un quarto del totale. I corsi deontologici sono gratis, gli altri spesso a pagamento. Sul Fatto Quotidiano si accenna in merito a manovre assai poco deontologiche attorno al business dei corsi, con assegnazioni di incarichi su basi discutibili:

E poi c’è la beffa: affidare un seminario dal titolo “Giornalismo che cambia” a Raffaele Fiengo, storico ex cdr del Corriere della Sera oggi in pensione. A lui sono stati assegnati moltissimi corsi (tutti a pagamento) dal suo ex collega Gabriele Dossena, neo presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e redattore proprio del Corriere della Sera.

Si tratta di decidere se buttare tempo e soldi a scopo formazione obbligatoria in un contesto del genere, oppure essere sanzionato con la perdita delle tutele e dei benefit che ricevo dall’Ordine: l’ingresso gratis ai musei (per ammortizzare la quota annua di iscrizione basta circa un museo al mese ed effettivamente è un affare). Ci penserò.

Nel frattempo leggo avidamente i contenuti del College of Journalism della BBC Academy. Come scriveva due mesi fa la Beeb sul proprio blog:

Quando il College è iniziato, era destinato a un pubblico puramente interno. Voleva sostenere la formazione interna incoraggiando alcuni dei migliori giornalisti nella sala notizie a condividere conoscenze ed esperienze, per aiutare i colleghi a migliorare il loro lavoro e le loro capacità. […] Divenne presto ovvio che la qualità dei contenuti meritava un pubblico più ampio e abbiamo aperto il sito prima a tutto il Regno Unito e ora su base internazionale, con rimozione almeno per un anno dell’ingresso a pagamento prima vigente.

All’Ordine dei giornalisti importa zero. È che di tanto in tanto sento ugualmente la priorità deontologica di acquisire crediti verso me stesso.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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