Cresce negli Stati Uniti la pressione da parte di gruppi di genitori e famiglie per l’implementazione di filtri d’accesso a Internet nelle postazioni pubbliche. In particolare si vorrebbe l’installazione di default dell’apposito software “anti-porno” nei terminali delle biblioteche locali. Ma non sempre sono tutti d’accordo. È ad esempio il caso della città di Hudsonville, in Michigan, dove l’aspra contesa tra utenti conservatori e attivisti del free-speech ha portato all’interruzione dell’accesso a Internet presso tali terminali. Una alla decisione senza precedenti, come rileva la American Library Association, presa per evitare possibili denuncie legali da parte di una delle due fazioni.
Nel frattempo Filtering Facts, gruppo a sostegno dell’installazione di programmi-filtro, ha diffuso dei dati da cui risulta che sono circa 1000 le librerie statunitensi attualmente dotate di tali programmi, mentre nel corso di quest’anno almeno altre 75 hanno operato la medesima scelta. Alcuni stati (tra cui Arizona e Sud Dakota) hanno già approvato specifiche legislazioni che ne impongono comunque l’implementazione. E gruppi di genitori vanno facendo attività di “lobby” nei confronti del Congresso perché si operi con chiarezza in tal senso a livello federale.