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Filantropia informatica o buoni affari per Ford?

08 Febbraio 2000

Filantropia informatica o buoni affari per Ford?

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Nel 1914 Henry Ford, storico fondatore di Ford Motor Co., annunciò il rivoluzionario progetto di alzare la paga di un operaio a 5 dollari giornalieri, ottimo salario per quell’epoca. Ora …

Nel 1914 Henry Ford, storico fondatore di Ford Motor Co., annunciò il rivoluzionario progetto di alzare la paga di un operaio a 5 dollari giornalieri, ottimo salario per quell’epoca. Ora la stessa azienda informa che doterà i propri impiegati che ne faranno richiesta di computer e accesso a Internet per la medesima cifra, appena 5 dollari al mese. L’offerta sarà valida per ogni filiale Ford, e la tariffa subirà ulteriori ribassi in quei paesi dove salari e costi della vita risultino inferiori alla media. I computer in questione saranno degli Hewlett-Packard basati sul chip Celeron a 500 Mhz di Intel, RAM da 64 megabyte, hard disk da 4.3 gigabyte, CD-ROM, monitor a colori da 15 pollici, speaker, modem. Si prevede che l’operazione costerà alla multinazionale dell’auto la cifra di 300 milioni di dollari in tre anni.

Ma al di là dell’ovvio accostamento simbolico, alcuni media USA hanno preferito scandagliare il senso di una simile operazione. Insieme alla concreta motivazione di alzare il morale dei propri impiegati, va intanto tenuto conto dell’elevato grado di automazione attualmente in atto in quest’ambito, con conseguente necessità di avere personale a proprio agio con l’informatica. L’iniziativa aiuterà non poco il massiccio spostamento di ogni fase commerciale dell’azienda sull’intranet interna, oltre che a migliorare sempre più il sito Web. Quest’ultimo, va anzi sottolineato, è tappa obbligata per tutti i dipendenti che vorranno usufruire dell’offerta, prima di avventurarsi altrove. E a chi non vorrà sorbirsi le inserzioni del sito Ford o preferirà un altro provider, non resta che pagare di tasca propria.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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