Piuttosto scarsa la percentuale di navigatori israeliani che ha preso parte al “net strike” contro l’incremento delle tariffe telefoniche annunciato dall’azienda di Stato Bezeq. Secondo i dati diffusi dai maggiori provider nazionali, la diminuzione del traffico è stata intorno al 10-15 per cento. Gli organizzatori dell’iniziativa danno la colpa maggiore al forzato rinvio di due settimane e alla campagna-stampa attivata all’ultimora da Bezeq con la promessa che non avrebbe operato gli aumenti inizialmente previsti.
Mentre al momento non pochi dubitano che tale promessa verrà effettivamente mantenuta, in una lettera aperta al primo Ministro varie associazioni di utenti chiedevano il suo intervento per assicurare i navigatori abituali che l’accesso non superasse la cifra di uno shekel al giorno (4.500 lire circa). Ma nonostante l’aperto supporto di alte autorità governative quali il responsabile della commissione scienza, cultura e sport della Knesset, l’appello allo sciopero non ha sortito gli effetti sperati.