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Facebook, da rete studentesca a fenomeno di massa

06 Novembre 2007

Facebook, da rete studentesca a fenomeno di massa

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È il fenomeno del momento, il social network più popolare, l'affare più ambito. Per chi ancora non lo conosce, un invito guidato alla prova di quest'applicazione online all'avanguardia

Fino a qualche mese fa era noto soltanto all’interno delle fraternity e sorority dei college americani. Poi è arrivato in Europa, passando per le onuste facoltà di Oxford e Cambridge. Adesso Facebook, il social network nato nel 2004 dall’idea di alcuni studenti di Harvard, è uno dei siti più visitati e utilizzati anche in Italia. Inizialmente più ristretto rispetto a MySpace (l’iscrizione era riservata solo a chi fosse iscritto a una facoltà universitaria), Facebook si è guadagnato sul campo la nomea di rete sociale più seria e adulta rispetto ad altri sistemi concorrenti. Gli studenti americani, a quanto pare, lo vedono come parte integrante imprescindibile della loro vita sociale, in facoltà e fuori: su Facebook si organizzano feste, si discute, si creano amicizie e amori tra studenti anche fisicamente lontani.

Non è un caso, insomma, se Microsoft ha deciso recentemente di acquistare una piccola quota di Facebook. A quanto pare, il futuro del social network è tutto lì, nascosto tra i 42 milioni di pagine personali, e nemmeno il più folle degli investitori si lascerebbe sfuggire un tale bottino di “capitale umano”. Ma a che cosa serve Facebook? La risposta è più o meno sempre la stessa: aggregazione, condivisione di contenuti, creazione e mantenimento di relazioni eccetera. Bisogna provarlo, per poi decidere se abbandonare il proprio profilo al suo destino o visitarlo almeno sporadicamente per aggiornarlo (e aggiornarsi su quello degli amici).

La pagina iniziale di Facebook è spartana e a prima vista poco accattivante. Spiega alcune delle possibilità del network, da cui si può capire al volo che siamo di fronte ad una rete sociale più generica e globale, rispetto ai possibili contenuti, di Last.fm, Flickr o Anobii. In effetti (lo si vedrà nel dettaglio realizzando il proprio profilo personale) Facebook ingloba, in un certo senso, tutti i possibili social network affiancando interessi musicali, fotografici e bibliografici.

Dopo la registrazione (che, coerentemente con le origini di Facebook, richiede di segnalare se studiamo in una high school, in una università o lavoriamo in un’azienda) accederemo a una pagina personale che ovviamente sarà pressoché vuota. Le uniche informazioni presenti possono essere il proprio nome, il link alla possibilità di modificare il proprio profilo (foto e dati personali), un box dedicato agli amici (vuoto, finché non si cerca qualche amico da aggiungere), un mini-feed che rappresenta la storia delle azioni che compiamo in Facebook e un Wall, ossia una bacheca, dove appariranno i messaggi personali degli amici (o di chi passa dal nostro profilo in genere). I box Information e Education appariranno automaticamente una volta completate le informazioni del proprio profilo.

Prima di considerare le modifiche al profilo, però, due parole sui cosiddetti “box”. Le informazioni, su Facebook, vengono disposte all’interno della stessa pagina web in riquadri (richiudibili e/o espandibili) con un titolo e un proprio contenuto. La particolarità dei box è che si possono spostare come si vuole nella pagina, un po’ come nel vecchio gioco del quindici, dandogli spazio nella colonna centrale dei contenuti o “relegandoli” nella colonna di sinistra, più stretta. E questo è l’unico modo di personalizzare la “forma” della propria pagina personale, che per il resto è tutta basata sui contenuti.

Selezionando il link Edit accanto a Profile (la prima voce del menu in testata), si accede a una serie di finestre in cui si va dalle informazioni di base (data di nascita, sesso, e persino le preferenze politiche e religiose – ovviamente non obbligatorie) a informazioni più dettagliate su come essere contattati, che tipo di relazioni si accettano su Facebook (ebbene sì, almeno negli Stati Uniti il network è molto usato per la “caccia grossa”), gli interessi personali, le scuole fatte, il proprio lavoro, e infine la propria fotografia.

A questo punto la pagina personale dovrebbe apparire sensibilmente più ricca di contenuti. Anche il mini-feed riporterà informazioni come “hai aggiornato il tuo profilo”. Adesso, prima ancora di capire come si può riempire la propria pagina con diversi altri contenuti, è il momento di usare gli altri due comandi del menu principale, Friends e Networks (Inbox è semplicemente un sistema di posta interna a Facebook che permette di scriversi privatamente tra “amici”).

Anche se non si cercano o si invitano amici su Facebook, state pur certi che qualcuno prima o poi lo farà con voi. Quindi tanto vale cominciare subito: basta dare in pasto la propria rubrica di indirizzi (per esempio, Gmail, Hotmail o Yahoo!) a Facebook, e il sistema restituirà una lista di contatti che sono già iscritti al network. Per tutti gli altri, resta la possibilità di invitarli ad usare Facebook. Chi ha già un profilo può essere aggiunto alla propria Friend list con pochi click: Facebook richiede di segnalare anche come si è conosciuta una persona, se la conoscenza è superficiale o meno, e altre (utili) amenità del genere. Iscriversi in un network, invece, non vuol dire iscriversi a un “gruppo di interesse” (ci sono anche quelli, comunque). Significa certificare la propria appartenenza a un college/università, o quantomeno al network di una nazione. Il network Italy, dove generalmente si inseriscono gli utenti italiani, conta oggi quasi 95.000 iscritti. La pagina di un Network è simile a una pagina personale, con informazioni, eventi, statistiche, e un wall comunitario per i messaggi.

Ma torniamo al nostro profilo. Una volta aggiunti gli amici, si comincerà a visitare le loro pagine, e si noteranno una serie di box finora sconosciuti. Sono le cosiddette Facebook applications, piccoli widget di terze parti che possono essere inseriti e spostati qua e là nella propria pagina personale. Ad esempio, ci sono applicazioni che “inglobano” in Facebook altri strumenti sociali: c’è l’applicazione per Twitter, quella per Last.fm, quella per Anobii, quella per Flickr e ci sono perfino applicazioni che replicano in Facebook il feed rss del proprio blog o dei post condivisi dei blog che ci piace seguire. Poi ci sono applicazioni più ludiche, come il mega-smiley dell’umore, la mappa interattiva dei paesi visitati, la citazione del giorno o le dichiarazioni di fandom. Ma soprattutto ci sono le applicazioni ludiche di gruppo, che per alcuni sono il sale di Facebook: sono i vari vampiri, zombie e lupi mannari di cui spesso si sente parlare, per cui un utente “morde” un amico e lo contagia facendogli vivere una vita parallela da mostro.

Alcune di queste attività possono sembrare un po’ inutili: nulla di male, rispondono solo a una particolare esigenza della comunicazione, la famosa funzione fatica. Come lo “squillo” senza risposta su cellulare, che serve solo a dire “ti sto pensando”, un morso di licantropo o un poke (una “toccatina”) su Facebook hanno la stessa funzione. Non dicono nulla, se non che il canale “è aperto”.

Se si desidera inserire un’applicazione sulla propria pagina in Facebook basta selezionarla e installarla (c’è un vero e proprio procedimento che presenta anche alcune opzioni e descrive l’utilizzo dell’applicazione). Se non si è per questo tipo di giochi, ma si preferiscono i più tradizionali gruppi, basta selezionare Groups nel menu delle applicazioni all’estrema sinistra della pagina (Groups è presente fin dal momento dell’iscrizione, come anche Photos, l’applicazione che permette di creare album fotografici visibili agli amici di Facebook o anche all’esterno). I gruppi, come sempre nei social network, si possono cercare, sottoscrivere e si possono anche creare ex novo. Ogni gruppo ha la sua pagina con la sua photo gallery, il suo wall e le sue news.

Anche Events e Marketplace sono presenti nel menu applicazioni fin dall’inizio: la loro funzione è quella di creare e segnalare eventi da condividere con la propria lista di amici (le feste universitarie di cui si diceva più sopra) e di leggere e scrivere piccoli annunci economici, immobiliari e di lavoro – una delle funzioni per cui Facebook è più usato nel mondo. Qualsiasi annuncio può essere letto e successivamente condiviso con altri amici e/o inserito nella propria pagina personale per dargli più risonanza. Inserire un nuovo annuncio è ancora più semplice: basta cliccare su Add a new listing e seguire le istruzioni (ci sono anche modelli predefiniti di annuncio). Per gli eventi la procedura è simile (c’è il tasto Create an event), e si può decidere se l’evento è aperto a tutti, a un network particolare o a una lista chiusa di amici di Facebook. Molto convenientemente, ogni volta che si riceve un invito, c’è la possibilità “RSVP” di segnalare subito la propria presenza o assenza.

Lungi dall’essere soltanto l’ultima moda in fatto di web 2.0, Facebook è in ultima analisi la più completa ed efficace evoluzione di quello che in un tempo neanche troppo lontano si chiamava “avere la propria pagina su Internet”. Una summa personale della propria identità, delle proprie competenze, dei propri interessi e della propria voglia di partecipare, anche giocando. Un’occasione in più, insomma, che può essere più o meno adeguatamente sfruttata. A voi la scelta.

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