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Faccia il joystick, per favore

24 Aprile 2008

Faccia il joystick, per favore

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Siamo necessariamente legati a joystick e tastiere per videogiocare? Al cinema si gioca col corpo degli spettatori

Videogiocare è un’attività trasversale a moltissime fasce d’età, ceti sociali e condizioni psicosomatiche. Un’attività fin a poco fa tutto sommato sedentaria, indissolubilmente legata a tastiere, joypad e altre tecno-interfacce. Poi è arrivata la Wii, la cui grande rivoluzione è stata riportare fisicità a giochi assolutamente virtuali, ridandoci un contatto col nostro corpo ormai impinguinato a furia di giacere su una poltroncina a esercitare solamente le dita nelle nostre incursioni in mondi virtuali. Riconsegnando un ruolo al corpo, nel gioco: tanto che c’è chi è riuscito a dimagrire giocando con Wii.

Il prossimo passo però è di fare del tutto a meno di dispositivi di comando tra noi e il computer e arrivare, per così dire, nudi alla meta. Usando il nostro corpo per giocare. Se da un lato questo approccio filosofico sembra riportarci pericolosamente ai tempi in cui si giocava a ruba bandiera, palla avvelenata o semplicemente a darsi botte fra amici – facendo dunque a meno delle tecnologie – dall’altro lato apre la porta a tecnologie ancora più sofisticate. Tecnologie che vedono nella persona il device di comando per nuovi (ancorché semplici) giochi.

A livello consumer / individuale il primo passo è stato l’EyeToy, simpatica combinazione di videocamera più software installabile sulla Playstation che permette di giocare semplicemente muovendosi, venendo i gesti riconosciuti e interpretati dal sistema. Ma il prossimo passo è passare dal singolo o dal piccolo gruppo al crowdsourcing, e uscire dall’ambito domestico. È questo il concetto alla base dei giochi sviluppati dal Brand Experience Lab, che utilizza come interfaccia di comando le folle nei cinema (chiaro, se la pellicola è di successo… altrimenti credo vadano bene anche i quattro gatti di un film d’essai).

Al momento i meccanismi sono molto semplici: il pubblico della sala deve collettivamente inclinarsi da una parte o dall’altra, facendo così muovere (se stanno al gioco) un oggetto sullo schermo. Isomma, tutti insieme fare il joystick. I sensori di movimento posti di fronte al pubblico interpretano i movimenti – quindi la gente buttandosi da un lato o dall’altro (ma per favore restando seduti e senza saltare in braccio al vicino) manovra collettivamente una raccheta da ping pong, un’automobile o quel che è. Andrebbe benissimo anche il bob, non fosse che se all’audience venisse in testa di simulare anche la fase di rincorsa, nel cinema, i risultati potrebbero essere disastrosi. Attualmente in fase di test, un suo rilascio su più larga scala è previsto (se tutto va bene) in tempi non lunghissimi.

Potremo allora divertirci a essere dei joystick umani, ingannando l’attesa prima dell’inizio dello spettacolo, impegnati in un qualche semplice videogioco collettivo e, ovviamente, esponendoci a messaggi di marca. Chiaro, tutto l’ambaradan è montato per approfittare di una audience “prigioniera” e probabilmente anche un po’ annoiata, che potrebbe vedere di buon grado l’occasione per fare un po’ di esercizio, farsi due risate, costruire una sensazione di collettività. E offrirsi a un opportunità pubblicitaria più simpatica (si spera) e più fisica del solito advergame. E chissà se questo gioco potrebbe anche essere un pretesto di socializzazione coi vicini, un modo per farsi degli amici anche offline (e forse già c’è gente che ha disimparato come si fa). Potremo trovare simpatico, divertente o semplicemente stupido buttarci di qui e di là o, con il complicarsi della tecnologia, compiere movimenti più complessi – fino ad arrivare, con processori più potenti, a ritrovarci a dover ballare la Macarena (io, mai riuscito a memorizzare la sequenza) per poter giocare.

Interessante è che questo gioco potrebbe segnare l’entrata su larga scala di quei principi di human interface che da anni porta avanti Vincent John Vincent, guru della realtà virtuale che, alla guida di Gesturetek, da anni trasforma superfici inconsuete in interfacce utente, principalmente a fini commerciali. E proprio Gesturetek ha licenziato tecnologie abilitanti a quel bell’oggettino che è l’EyeToy. Chi fosse interessato a conoscere VJV (che è un bel personaggio, ho avuto l’occasione di fare con lui un convegno qualche mese fa) lo potrete vedere dal vivo a Milano il 12 Maggio: sarà infatti protagonista della prossima puntata di Meet the Media Guru.

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