A fine novembre Goldam Sachs l’aveva indicata come una delle prossime vittime del dotcom crash e aveva visto giusto. A fine dicembre il licenziamento di 700 dipendenti, a inizio febbraio l’annuncio della chiusura entro la primavera.
Ma la chiusura di eToys si è trasformata in bancarotta. L’azienda non ha più la liquidità necessaria per tirare avanti e ha dichiarato fallimento. Il nasdaq ha notificato l’azienda perché le azioni sono andate al di sotto del livello minimo. Azioni che hanno visto salire alle stelle il loro valore e sono precipitate a pochi cents.
eToys ha inviato una lettera a tutti i dipendenti spiegando che, al contrario delle previsioni, l’azienda non riuscirà a tenere duro neanche fino alla fine di marzo. La speranza di trovare un compratore è tramontata, il deficit ha raggiunto livelli troppo alti.
eToys, lanciatosi nella Rete con determinazione, aveva perso i primi colpi con la vicenda giuridica legata all’acquisizione del dominio etoy.com. Per il resto, il solito copione: investimenti spropositati e strutture eccessive (oltre 1000 dipendenti, un magazzino di 1,2 milioni di mq).