Forse pochi sanno che in questo periodo molte aziende ad alta tecnologia stanno scegliendo Catania come base per impiantare i propri laboratori di ricerca o i loro stabilimenti. In pochissimo tempo l’alta professionalità dei laureati siciliani e le condizioni economiche favorevoli hanno rappresentato una grande opportunità di business per queste società.
L’uomo simbolo di questo miracolo è Pasquale Pistorio, supermanager ed amministratore delegato di ST Microelectronics, che ha trasformato una vecchia fabbrica di componenti elettronici sull’orlo del fallimento negli anni 70 in un centro di produzione di wafer al silicio e processori per computer. Attualmente il complesso, denominato M5, occupa circa 2.500 persone in vari campi, dalla progettazione di componenti elettronici alla produzione di chip veri e propri.
Un recente investimento di circa 270 miliardi ha consentito allo stabilimento di aumentare la produzione a circa 5.500 “fette” di silicio a settimana. Ma la notizia bomba che ha fatto sobbalzare i media del settore è che il nuovo stabilimento, l’M7, dopo una lunga valutazione di vari possibili siti, sorgerà proprio a Catania. In questo modo il numero di occupati salirà a circa 4.000 e quest’area diventerà il primo centro di produzione mondiale di wafer al silicio della ST Microelectronics.
Perché questo luogo, dove in alcuni casi manca anche l’acqua corrente, sta diventando così appetibile alle grandi società che operano nell’Hi-Tech?
Negli ultimi anni l’amministrazione locale ha saputo migliorare le condizioni fiscali per attirare le imprese ma oltre a questo dato strettamente economico ci sono delle motivazioni più culturali; in Sicilia c’è una gran quantità di manodopera altamente qualificata che proviene dalle facoltà delle università di Catania e Palermo, ma soprattutto gli ingegneri siciliani sembrano proprio avere nel loro Dna una buona dose di quello che gli americani chiamano ‘Ip’, ovvero Intelectual property, proprietà intellettuali.
Il risultato di questo mix di genialità e buone idee è tangibile: oggi lo stabilimento di Catania impiega più di 2.500 persone di cui il 78% è rappresentato da laureati o diplomati. Dal ’96 al ’98 sono state assunte quasi 900 persone, oltre alle assunzioni a tempo determinato, per coprire il periodo delle ferie estive. Nei primi mesi del ’99 sono state assunte altre 200 persone e nell’indotto lavorano ormai circa 2000 addetti.
L’eccezionale prosperità che sta avendo la ST ha spinto varie multinazionali ad alta tecnologia ad investire in questa area. La Nokia, che dal 1997 ha già un centro internazionale di ricerche a Milano (si occupa dello sviluppo di software per la commutazione di reti di telecomunicazione), ha deciso di impiantare proprio a Catania un centro di ricerca che si occuperà dello sviluppo di servizi telematici per gli automobilisti. In altre parole: informazioni sul traffico, chiamate automatiche di emergenza, previsioni del tempo sulla strada scelta tutto disponibile attraverso la rete GSM. Le più alte vette della multinazionale affermano che a Catania esistono le migliori condizioni economiche e culturali per creare un centro di questo calibro.
Oltre ai grandi esempi esistono altre realtà minori che stanno avendo un notevole successo. Fra queste un investimento di 10 miliardi per la produzione di sistemi di gestione telematica per grandi aziende della Computer Sciences Corporation (Csc), che ha allo studio un programma per formare un centinaio di giovani laureati da specializzare nel sistema di gestione informatica denominato Sap.
L’alta tecnologia e l’informatica costituiscono un’occasione irripetibile e possono modificare radicalmente le sorti di intere regioni che hanno sempre basato la loro economia su attività primarie come l’agricoltura o l’artigianato. Le premesse ci sono e anche la buona volontà. Benvenuti in Etna Valley, provincia di Catania.
Link: Investi a Catania: http://www.comune.catania.it/investict.htm