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Ethical Hacker’s Speech II

30 Ottobre 2002

Ethical Hacker’s Speech II

di

ITBH @ SMAU '02: riflessioni su un sabato molto particolare

Sabato mattina a Smau: folla da stadio, ragazzi e professionisti, famiglie e gruppi di amici, mescolati tra gli stand. Nell’area sicurezza del padiglione 13, affidata al Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica), è in programma il secondo Ethical Hackers’ Speech, a cura dell’Associazione Italian Blackhats.

La presenza degli hacker nell’area della sicurezza può sembrare, allo spettatore occasionale, un ossimoro, una contraddizione in termini. Non è così e la presenza di ITBH a questo evento è un modo per dimostrarlo. È solo in una certa stampa poco informata, solo in una mitologia dura a morire che hacker ha un significato negativo. Gli Italian Blackhats sono saliti sul palco per dimostrare che hacker non significa affatto criminale, ma ricercatore, esperto, docente talvolta, studente appassionato sempre.

La tecnologia non ha nulla a che vedere con l’etica, ma sono i singoli che danno un senso etico all’uso della tecnologia. E la giornata di studio e di presentazioni è stata permeata dall’etica profonda e a nostro parere positiva che l’associazione ITBH associa al suo studio della tecnologia. Uno studio rispettoso e attento, approfondito e appassionato. Una esposizione informale, a volte appassionata, ma sempre simpatica e aperta al dialogo. Un approccio inconsueto ma scientifico, con precisione di terminologia e concetti. Questo è l’hacking nella sua essenza, e gli hacker etici italiani sono ben decisi a dimostrare cosa hanno da dire.

La sala conferenze si popola, le sedie non bastano e i più giovani si accomodano seduti per terra, altri si accalcano fuori. Chi è sul palco a raccontare di sicurezza del web o di etica hacker, di social engineering o di leggi sulla sicurezza, sente forte la curiosità e l’attenzione del pubblico, a volte anche l’emozione e la partecipazione. Si mescolano tecnologia e sentimenti, attenzione e a volte affetto.

Le ore trascorrono, ma la gente non diminuisce, anzi. Alcuni, i più resistenti e interessati, resteranno fino alla fine della giornata che si prolunga oltre l’orario previsto e sfora fino alle 18,30. Anche se fuori da quella sala c’è un’intera fiera coloratissima da vedere, e fuori dalla fiera il sabato milanese è colorato da un cielo azzurro e il clima mite invita a una passeggiata.

È stata un’intera giornata fitta di relazioni e conclusasi con una tavola rotonda cui hanno partecipato anche rappresentanti del mondo politico europeo e dell’industria nazionale, oltre a uomini di cultura e giornalisti e, cosa più importante di tutte, il pubblico ancora numeroso e partecipe in sala. Per l’associazione è stato importantissimo e gratificante vedere tante persone differenti così coinvolte e attente, ti ripaga degli sforzi fatti per preparare un programma di elevata qualità, per le notti insonni, l’ansia da debutto che ogni volta assale i relatori, le difficoltà logistico-organizzative che inevitabilmente si verificano.

Per dare un’idea di quanto interesse abbia suscitato questa edizione dell’ethical hackers’ speech, vi forniamo qualche cifra (ancora provvisoria, ma praticamente certa) sull’affluenza di pubblico: più di 400 persone tra le più differenti hanno preso parte durante l’intera giornata a questo evento.

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