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Essere leader: le Cinque Pratiche e i Dieci Impegni

24 Aprile 2023

Essere leader: le Cinque Pratiche e i Dieci Impegni

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Essere leader nel mondo di oggi significa sapere accettare le sfide e cogliere le occasioni per la grandezza. C’è un metodo che permette di riuscirci.

Una strada chiara ed efficace per arrivare a essere leader

Non succede casualmente che qualcuno diventi un grande leader. Ci vogliono pensiero, cura, intuizione, impegno ed energia.
– Mary Godwin

Le azioni intraprese dalle persone per far succedere cose straordinarie presentano fra loro più somiglianze che differenze, indipendentemente dal contesto. Le persone che guidano gli altri nel corso di viaggi pionieristici seguono, sorprendentemente, percorsi simili, indipendentemente dai tempi o dai contesti. Ogni esperienza era unica nella sua espressione, ma c’erano sempre comportamenti e azioni ben identificabili, che facevano la differenza. Quando fanno accadere cose straordinarie nelle organizzazioni, i leader applicano quelle che chiamiamo The Five Practices of Exemplary Leadership (le Cinque Pratiche della Leadership Esemplare).

  1. Mostrare la strada.
  2. Ispirare una vision condivisa.
  3. Sfidare il processo.
  4. Mettere gli altri in condizione di agire.
  5. Incoraggiare il cuore.

Queste pratiche non sono proprietà privata di qualcuno, né appartengono a un gruppo ristretto di stelle luminose. La leadership non ha a che fare con la personalità, ma con il comportamento. Le Cinque Pratiche sono disponibili a chiunque accetti la sfida della leadership, la sfida di guidare persone e organizzazioni verso luoghi in cui non sono mai state in precedenza. È la sfida di passare oltre l’ordinario per andare verso lo straordinario.

Passiamo brevemente in rassegna ciascuna delle Cinque Pratiche, con alcuni esempi che illustrano come siano applicate dai leader, in una grande varietà di contesti e circostanze, per far succedere cose straordinarie.

1. Mostrare la strada

Se qualcuno ti segue veramente, non è per il tuo titolo, ma per il tuo comportamento, ed è quello che ti fa ottenere il rispetto degli altri. Nella sua migliore esperienza, Vince Brown, deputy program manager per una iniziativa militare su grande scala, si è riproposto di dare un esempio di quello che volevo dal mio team. Era essenziale, racconta, per costruire fiducia con il team. La fiducia si deve guadagnare con l’esempio, e sono stato attento a fare quello che dicevo che avrei fatto. Non avrei mai chiesto al mio team di fare qualcosa che non avrei fatto io in prima persona. Analogamente, Brock Jas, che guidava un plotone di ranger dell’esercito, notava: Il mio team vedeva che mettevo tutte le mie energie nel mio lavoro, perciò, quando chiedevo loro di fare qualcosa fuori dalla norma, rispondevano allo stesso modo. I leader esemplari sanno che, se vogliono guadagnarsi la dedizione degli altri e raggiungere gli standard più alti, devono essere modelli del comportamento che si aspettano dagli altri.

Per essere effettivamente modelli di comportamento, devi innanzitutto avere chiari i principi che ti guidano. Devi chiarire i valori trovando la tua voce. I casi in cui le persone hanno dato il meglio di sé illustrano che, per essere all’altezza delle proprie convinzioni, i leader devono innanzitutto avere alcune convinzioni solide: se capisci chi sei e in che cosa credi, puoi agire con integrità dando voce ai tuoi valori.

In effetti, il 99 percento delle persone che riferiscono direttamente a un leader e che lo vedono sempre indicare il comportamento con l’esempio ne parlerebbero favorevolmente come di un buon leader. Il solo essere sopra la frequenza media per questa pratica di leadership dà un vantaggio del 28 percento per la raccomandazione come buon leader da parte dei riporti diretti, rispetto a chi si trova sotto la media. C’è solo una probabilità su venticinque che i leader che raramente si presentano come modelli di comportamento vengano valutati leader efficaci dai loro riporti diretti.

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2. Ispirare una vision condivisa

Le persone che raccontavano delle esperienze in cui avevano dato il meglio di sé le descrivevano come momenti in cui avevano immaginato un futuro entusiasmante e attraente per la loro organizzazione. Avevano idea e sogni di quello che avrebbe potuto essere. Avevano una fede assoluta nei loro sogni e fiducia nella propria capacità di far succedere quelle cose straordinarie. Ogni organizzazione, ogni movimento sociale, inizia con una vision: è la forza che fornisce l’energia per creare il futuro.

I leader concepiscono il futuro immaginando possibilità entusiasmanti e nobilitanti. Devi fare succedere qualcosa, cambiare come vanno le cose e creare qualcosa che nessun altro ha mai creato in precedenza. Prima di avviare qualunque progetto, i leader devono avere sia un senso realistico del passato, sia un’immagine chiara di come dovrebbe presentarsi il successo. I leader attingono agli insegnamenti dalla storia della loro organizzazione e comunicano un’immagine peculiare e ottimistica del futuro. Come product manager presso un fornitore di soluzioni HR full-service, Puja Banerjee nella sua migliore esperienza di leadership si è resa conto che la mia responsabilità è sempre comunicare il quadro generale e la vision dell’iniziativa al mio team e a tutti i nostri stakeholder, perché le persone hanno sempre bisogno di sapere il perché di quello che si chiede loro di fare.

Leggi anche: Leadership: perché funziona e quando fallisce

Troppe persone pensano che sia compito del leader sviluppare la vision, quando la realtà è che le persone vogliono essere coinvolte in questo processo. Non puoi imporre la dedizione; devi ispirarla. Devi coinvolgere gli altri in una vision comune facendo appello ad aspirazioni condivise. A ogni passo del progetto, dalla scoperta alla progettazione, allo sviluppo e al lancio finale, Puja si assicurava di comunicare quello che stava accadendo, in modo che tutti lavorassimo insieme verso una vision condivisa e che i nostri risultati fossero in linea con quell’idea. I leader fanno in modo che le persone con cui lavorano vedano il senso del proprio lavoro e come il proprio contributo si inserisca nel quadro generale. L’approccio collettivo è molto più efficace che predicare nella prospettiva di una sola persona.

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3. Sfidare il processo

La sfida è il banco di prova per la grandezza. Ogni caso in cui un leader ha dato il meglio di sé coinvolge un cambiamento rispetto allo status quo. Nessuno ha mai dato il meglio di sé mantenendo le cose come erano. Indipendentemente dai dettagli specifici, si tratta sempre di superare un’avversità e di abbracciare le opportunità per crescere, innovare e migliorare. L’importanza di questa scoperta è sottolineata dalle valutazioni che i leader ricevono dalle persone che riportano direttamente a loro. Poche fra queste persone (meno di una su dieci) consiglierebbero caldamente come buon leader qualcuno che non sfidi spesso il processo, probabilmente perché non ci sono molte occasioni per fare una differenza quando il leader non crea un clima favorevole all’innovazione. Più del quadruplo di quel numero di persone si è dichiarato fortemente convinto che avrebbe consigliato il leader che sfidava frequentemente il processo.

I leader sono pionieri disposti a mettere piede in territori sconosciuti. Non è probabile però che siano gli unici creatori di nuovi prodotti, servizi o processi. Le innovazioni arrivano da clienti, utenti, vendor e persone che lavorano nei laboratori o in prima linea, più spesso che da chi occupa ruoli di leadership. A volte, poi, come abbiamo imparato nei periodi più neri della pandemia, eventi esterni drammatici possono spingere individui e organizzazioni in condizioni radicalmente nuove che li costringono a pensare, creare e agire in modi diversi. Per l’innovazione è più importante ascoltare che raccontare, e guardare costantemente all’esterno di sé e della propria organizzazione, alla ricerca di idee, prodotti, processi e servizi nuovi e innovativi. Devi cercare le occasioni prendendo l’iniziativa e cercando all’esterno modi innovativi per migliorare.

Innovazione e cambiamento comportano sperimentare e prendersi rischi, perciò il contributo principale del leader è creare un clima adatto per la scoperta, riconoscere le buone idee, sostenerle, avere il coraggio di sfidare il sistema ed essere disposto a fallire. Sarebbe ridicolo sostenere che chi continua a fallire ha successo come leader. In ogni ambito, non si arriva al successo acquistando un numero sufficiente di biglietti della lotteria. La chiave che apre la porta all’opportunità è generare costantemente piccole vittorie e imparare dall’esperienza.

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4. Mettere gli altri in condizioni di agire

I grandi sogni non diventano realtà significative solo grazie alle azioni di un’unica persona: diventare grandi è un lavoro di squadra, che richiede fiducia salda e relazioni durature, collaborazione a livello di gruppo e responsabilità a livello personale. Un modo molto semplice per stabilire se qualcuno è sulla strada giusta per diventare un leader è la frequenza con cui usa la parola noi. Quando le persone parlavano della loro migliore esperienza d leadership, usavano la parola noi circa tre-quattro volte più spesso del pronome io. Nel ripensare alla propria migliore esperienza personale, Sushma Bhope, program manager di un’azienda indiana all’avanguardia nella produzione di probiotici, concludeva:

nessuno avrebbe potuto farlo da solo. Era essenziale rimanere aperti a tutte le idee e dare a ciascuno una voce nel processo decisionale. L’unico principio guida del progetto era che il team era più grande di ogni singola persona che ne faceva parte.

I leader incoraggiano la collaborazione costruendo fiducia e facilitando le relazioni. Questo senso del lavoro di gruppo va molto al di là dei riporti diretti o dei confidenti più intimi. Bisogna coinvolgere chiunque debba far funzionare il progetto e, in qualche modo, tutti quelli che devono convivere con i risultati. Ora che aumenta il bisogno di una maggiore inclusività e diventa più comune il poter lavorare da qualunque luogo, i leader esemplari trovano modi creativi per connettersi con collaboratori molto più vari.

Essere leader: La sfida della leadership

Essere leader è una capacità si può imparare, coltivare e sviluppare.

I leader si rendono conto che le persone non lavorano al meglio o non rimangono molto a lungo nell’organizzazione se si sentono deboli, dipendenti o alienate. Se rafforzi gli altri aumentando l’autodeterminazione e sviluppando la competenza, è più probabile che quelle persone si impegnino a pieno e addirittura superino le proprie aspettative. I leader rendono possibile agli altri il fare un buon lavoro. Sanno che, se le persone hanno un senso di potere personale e di responsabilità, è molto più probabile che si impegnino e producano risultati eccezionali. Perciò lavorano perché le persone si sentano forti, capaci e coinvolte. I leader esemplari non accumulano il loro potere: lo distribuiscono in modo che anche altri possano eccellere.

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5. Incoraggiare il cuore

La salita verso la cima è ardua e ripida. Le persone si stancano, si sentono frustrate, smarriscono l’incanto e spesso sono tentate di gettare la spugna. Atti di genuina premura sollevano lo spirito e spingono avanti le persone. Anne Moser, senior vice president di un’azienda di ristorazione aziendale, ha scoperto quanto possano essere importanti queste azioni, durante la sua migliore esperienza di leadership:

Celebra e dai al team e ai suoi singoli membri il dovuto riconoscimento. Riconoscere un risultato raggiunto è un ottimo modo per dimostrare il valore dei loro contributi. Aumenta la fiducia e le persone saranno ancora più disposte a impegnarsi nel progetto successivo.

I leader riconoscono i contributi mostrando apprezzamento per l’eccellenza individuale. Lo possono mostrare a quattr’occhi o con molte persone, con gesti drammatici o azioni molto semplici, attraverso canali informali oppure attraverso la gerarchia formale. Fa parte del compito del leader mostrare apprezzamento per i contributi delle singole persone e creare una cultura della celebrazione. Eakta Malik, senior clinical research associate in una azienda globale di apparecchiature medicali, si è resa conto che molte persone non si sentivano abbastanza apprezzate e questo portava alla mancanza di un senso di coesione del team. Ha organizzato e progettato alcune occasioni per fare in modo che il team si rilassasse, i vari membri imparassero a conoscersi a livello personale e creare uno spirito di comunità. Ha riconosciuto pubblicamente l’impegno dei suoi colleghi di team, il che, ha spiegato, rallegra davvero lo stato d’animo. Un tempo pensavo che gli elogi per un progetto suonassero meglio se venivano da un direttore o manager, ma ho capito che per elogiare qualcuno non c’è bisogno di avere un titolo.

Per essere un leader bisogna mostrare apprezzamento per i contribuiti delle persone e creare una cultura in cui si celebrano i valori e le vittorie creando uno spirito di comunità. Riconoscimento e celebrazione non hanno a che fare con divertimento e giochi, anche se c’è molto divertimento e ci sono molti giochi quando le persone incoraggiano il cuore dei loro collaboratori. L’incoraggiamento è, curiosamente, una faccenda seria perché è il modo in cui si collegano visibilmente e dal punto di vista comportamentale le ricompense con le performance. Quando sono autentici e vengono dal cuore, le celebrazioni e i rituali costruiscono un forte senso di identità collettiva e uno spirito comunitario che possono far superare a un gruppo tempi straordinariamente difficili. Riunire un team dopo il raggiungimento di un traguardo fondamentale rinsalda l’idea che le persone fanno di più insieme che separatamente. Anche l’incontrarsi fuori dal lavoro aumenta la connessione personale, il che costruisce fiducia, migliora la comunicazione e rende più saldi i legami all’interno del team.

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Dieci Impegni per essere leader

Le Cinque Pratiche di Leadership Esemplare (Mostrare la strada, Ispirare una vision condivisa, Sfidare il processo, Mettere gli altri in condizione di agire e Incoraggiare il cuore) costituiscono un sistema operativo per quello che le persone fanno come leader quando danno il meglio di sé. Esistono abbondanti prove empiriche che queste pratiche di leadership contano. Alle Cinque Pratiche sono associati comportamenti essenziali, che fungono da base per diventare leader esemplari. Li chiamiamo i Dieci Impegni della Leadership Esemplare: sono elencati, insieme con le Cinque Pratiche, nella prossima figura e sono i seguenti:

  1. Chiarire i valori trovando la propria voce e affermando valori condivisi.
  2. Dare l’esempio allineando le azioni con i valori condivisi.
  3. Immaginare il futuro prospettando possibilità entusiasmanti e nobilitanti.
  4. Coinvolgere altri in una vision condivisa facendo appello ad aspirazioni condivise.
  5. Cercare le opportunità prendendo l’iniziativa e guardando all’esterno alla ricerca di modi innovativi per migliorare.
  6. Sperimentare e assumersi rischi generando regolarmente piccole vittorie e imparando dall’esperienza.
  7. Favorire la collaborazione costruendo fiducia e facilitando le relazioni.
  8. Dare forza agli altri aumentando l’autodeterminazione e sviluppando competenza.
  9. Dare riconoscimento ai contributi, mostrando apprezzamento per l’eccellenza individuale.
  10. Celebrare i valori e le vittorie, creando uno spirito di comunità.

Questi Dieci Impegni fungono da modello per spiegare, comprendere, apprezzare e apprendere come i leader facciano accadere cose straordinarie nelle organizzazioni. Definiscono le azioni che devi dimostrare e con cui devi sentirti a tuo agio.

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Essere leader: i Dieci Impegni della Leadership Esemplare

Le Cinque Pratiche e i Dieci Impegni della Leadership Esemplare. Copyright © 1987-2023, James M. Kouzes e Barry Z. Posner, The Leadership Challenge. Tutti i diritti riservati. Per l’autorizzazione alla riproduzione per fini di istruzione, contattare l’editore, John Wiley & Sons.

Questo articolo richiama contenuti da La sfida della leadership.

Immagine di apertura di Joshua Hibbert su Unsplash.

L'autore

  • James M. Kouzes

    James M. Kouzes è fellow del Doerr Institute for New Leaders alla Rice University ed è stato Dean's Executive Fellow nel campo della leadership alla Leavey School of Business della Santa Clara University (California). Tiene conferenze in tutto il mondo e consulenze per aziende, governi e organizzazioni nonprofit.

  • Barry Z. Posner
    Barry Z. Posner è titolare della prestigiosa cattedra Michael J. Accolti presso la Santa Clara University (California) ed è Professor Leadership alla Leavey School of Business, nonché preside del Department of Management and Entrepreneurship. Tiene workshop e seminari in tutto il mondo.

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