CloudFlare è un servizio che promette di proteggere e accelerare i siti. Chiunque può registrare il proprio sito presso CloudFlare e iniziare ad usarne i servizi gratuitamente. Il traffico, si legge, transita dal servizio, che cura l’ottimizzazione dell’erogazione delle pagine web e eroga parallelamente un servizio di protezione del sito stesso.
Durante lo scorso World Economic Forum di Davos, CloudFlare è stata inclusa nella lista dei Technology Pioneers, ovvero dei 25 innovatori da tenere d’occhio. Gran parte della notorietà di questo servizio deriva dal fatto di aver offerto ospitalità anche a Lulzsec. Questo ha significato due cose: dimostrare di non effettuare censure a priori, per quanto possano essere discutibili i contenuti erogati dai servizi web protetti, e accumulare un’invidiabile esperienza nel contrasto di attacchi portati da un gran numero di attaccanti fortemente motivati (chi – in quel sottobosco più o meno criminale che opera quotidianamente online – non avrebbe voluto essere l’artefice di una sconfitta per quei ragazzacci così coccolati dai media?).
L’esperienza di CloudFlare, al di là dell’episodio legato a Lulzsec, dimostra anche il valore della comunità e della condivisione di informazioni: quello che viene imparato difendendo un cliente andrà a beneficio di tutti gli altri. Certo rappresenta un elemento potenziale di debolezza, ma è possibile “uscirne” velocemente tanto quanto è rapida la procedura di ingresso.
[full disclaimer: sono utilizzatore del servizio free da tempo e con soddisfazione]