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Ecco l’iPalm!

27 Settembre 1999

Ecco l’iPalm!

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Dopo l'iMac e l'iBook, sta per arrivare un nuovo computer palmare. Peccato si chiami Visor e non iPalm, perché questo avrebbe dovuto essere il suo vero nome.

Con il prossimo mese di ottobre alla famiglia di prodotti che ha per capostipite iMac – a qualche giorno dalla nascita della sua versione portatile, l’iBook – sta per aggiungersi un nuovo arrivato, un computer palmare. Peccato che non si chiami, iPalm, perché lo meriterebbe.

Se così non é, dipende solo dal fatto che Apple, il costruttore degli altri due”i” entra in questa operazione solo come investitore (o forse anche qualcosa in più). Le competenze del primo oggetto di questo tipo erano trasmigrate a suo tempo da Apple a US Robotics per trasferire l’esperienza che aveva dato vita al Newton MessagePad su un oggetto meno ambizioso, ma anche meno costoso, il Palm Pilot.

La storia sembra doversi ripetere, visto che US Robotics aveva creato un’apposita divisione per poi vendere il suo prodotto palmare prima di essere assorbita da 3Com. Quest’ultima, oggi in difficoltà nel suo core business, che é quello delle reti e delle comunicazioni in genere, fa uno spin off del suo comparto palmare, che quindi diventa indipendente dall’azienda della connettività.

Parallelalmente le competenze che avevano creato Palm Pilot, uscite dal progetto in corrispondenza con il passaggio a 3Com, hanno fondato un’azienda-laboratorio dal fresco e significativo nome di HandSpring (un marchio da tempo segnalato e seguito da Apogeonline), per portare avanti con le proprie risorse l’erede di Palm Pilot, i cui principali cambiamenti non sono pensati, come nel caso di 3Com, nei servizi wireless o nella componentistica, ma soprattutto nell’architettura hardware e, probabilmente in seguito all’ingresso di Apple, anche nell’estetica.

Le figure carismatiche di HandSpring sono quelle di Donna Dubinsky e Jeff Hawkins e loro é il “Mantra quotidiano” dell’azienda: “Resta piccolo, semplice, affidabile e collegato”.
Inventore di Pilot e Palm Pilot, Hawkins fondò Palm Computing e detiene oggi nove brevetti per diversi apparecchi e strumenti handheld, mentre Dubinsky ha una lunga storia di posizioni di responsabilità che la vedono presidente e poi CEO di Palm Computing, responsabile del marketing in Apple e Claris per circa un decennio e attualmente direttore di Intuit e dal 98 CEO cofondatore con Hawkins di HandSpring.

Anche qui la storia di Palm sembra intrecciarsi morbosamente con quella di Apple che, abbandonato Newton nell’Ade dei computer, dopo avere inutilmente cercato di acquistare da 3Com la divisione dei palmari e, proprio oggi che in seguito allo spin off l’operazione potrebbe realizzarsi (anche perché i cloni di Palm incominciano a crescere aumentando l’interesse di 3Com per le royalties, ma riducendo i profitti sui prodotti), Jobs investe sulla giovane HandSpring e aumenta il numero di oggetti che, dopo l’esempio di Swatch, assumono l’iLook.

Tuttavia, la mancanza in casa di un prodotto strategico di questo tipo, le difficoltà a farne partire la progettazione interna, il precedente cortegiamento di 3Com e ora l’investimento su HandSpring, mettono nell’immaginario degli osservatori una forte ipoteca Apple su Visor.

Questo é il nome del nuovo palmare disponibile in due modelli, uno di base color graffite e uno carrozzato di trasparenze iLook di colore blu, ghiaccio, arancio e verde. Estremamente aggressivi i prezzi del modello di base che usa 2MB di RAM contro gli 8 del modello superiore, piazzato a $150 o $180, a seconda che disponga o meno del cradle. Oltre alla carrozzeria trendly e la borsa in pelle, Visor deLuxe monta 8MB di RAM e, come il modello minore e in sintonia con le scelte Apple, per connettersi adotta una porta USB (ma un cradle seriale viene fornito come opzione per i sistemi privi di USB) e integra al suo interno microfono, porta a raggi infrarossi e retroilluminazione.

Naturalmente Visor adotta il sistema operativo Palm OS, ben noto ai costruttori. Sebbene simile ai modelli 3Com, la linea é più semplice e certo meno raffinata del Palm V (il cui successo straordinario, soprattutto nei mall telematici, dove per settimane ha superato di gran lunga le vendite degli altri prodotti, ha suggerito a 3Com la produzione di un modello Vx, diverso solo nel prezzo – $50: $449 contro $399- e nella RAM -da 2MB a 8MB).

La vera novità del nuovo palmare é l’apertura alle terze parti data dalla modularità dell’oggetto, garantita da un alloggiamento ad incastro (SpringBoard) per cui al momento sono disponibili solo una Memoria Flash, un Modem, un’unità di Backup e un Gioco del golf.

Interessante la possibilità di renderlo indipendente anche per il caricamento del software dai computer esterni, caratteristica che lo rende simile al GameBoy. Proprio come per quello, oltre ai giochi, per Visor si ipotizzano espansioni a fotocamere digitali, player MP3, ricevitori GPS, schede di rete, pager e così via, tutti alloggiabili allo SpringBoard, che in alcuni casi potrà far funzionare il Visor da computer master, in altri da periferica.

Anche dal software incluso sembra ci si debba aspettare qualcosa di più, soprattutto dal date book, dalla calcolatrice e dal world clock, mentre per quanto riguarda i programmi di posta e spese per la versione Mac, essi sono meno disponibili o dovranno essere acquistati separatamente.
Il rilascio dei primi modelli é previsto per l’autunno e solo allora potremo sapere se le promesse migliorie nel riconoscimento calligrafico saranno mantenute.

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