I telefoni diventano sempre più piccoli, c’era da aspettarsi che anche le SIM subissero il medesimo trattamento “rimpicciolente”. Un’evoluzione dell’attuale carta SIM, due volte più piccola, è stata concepita per adattarsi alle esigenze della terza generazione di telefonia cellulare, ma le applicazioni potrebbero essere molteplici.
Quali utilizzi?
Molti i dibattiti sollevati in seno al gruppo di lavoro in merito agli utilizzi di questa card, tanto che è stato necessario arrivare a una votazione. Ma, soprattutto, si è evidenziata una spaccatura: da un lato i fautori di un’evoluzione della SIM verso una sorta di “super SIM” che offre funzioni simili a quelle del telefono; dall’altra quelli che vorrebbero la scheda come chiave, mezzo sicuro d’autenticazione per accedere alla Rete. A uscire vincitori dalla diatriba, pare siano stati questi ultimi.
Per i primi, tra cui spicca TIM, il formato 3FF ipoteca troppo le capacità future d’estensione della carta, anche se i suoi 180 mm (contro i 360 mm del formato plug-in) “non soffocano” ancora i circa 25 mm dei più grandi microchip utilizzati finora nelle carte SIM. Ma che succederà tra cinque anni? Gemplus ha presentato già da due anni un prototipo (Sumo): una carta dalla capacità di 512 Mega di memoria flash, ottenuti grazie a una rete di interconnessione flessibile di moduli di memorie integrate.
SCaG (Smart Card Group), uno dei leader della GSM Association, ha già chiesto all’SCP che una prossima generazione di carte UICC-USIM/SIM possa disporre di una banda pari a 15 Mbit/s (contro i 384 kbit/s attuali), cosa che lascia supporre capacità di memoria corrispondenti ad alcune decine o centinaia di Mega sulla carta stessa.
Il progetto europeo Inspired lavora all’ipotesi di Trusted Personal Devices, “super carte” in grado di integrare alcune funzioni tipiche dei terminali. Altri progetti ipotizzano che la carta possa diventare un potente oggetto di DRM (Digital Right Management) grazie alla combinazione di grandi capacità di memoria con potenti mezzi d’autenticazione.
Come potranno, queste evoluzioni, armonizzarsi con le esigenze di una categoria di terminali destinati a diventare sempre più di piccoli? Cosa accadrà quando l’interfaccia di comunicazione diventerà più piccola della carta che deve contenere?