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È il momento di fare (diversamente)

11 Giugno 2013

È il momento di fare (diversamente)

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A guardare bene, il libro elettronico potrebbe non essere quest'innovazione così dirompente né sconvolgere gli equilibri.

Secondo Baldur Bjarnason gli ebook sono funzionali a mantenere l’ordine delle cose. Sono un’innovazione potenzialmente dirompente che è stata dirottata, controllata e guidata dagli operatori storici dell’industria editoriale.

Per quanto possa sembrare il contrario, l’innovazione portata dall’editoria digitale non è così radicale da essere dirompente, da minare alle fondamenta un mercato esistente e consolidato. I formati software e hardware di lettura disponibili – compresi quelli standard – rispondono all’esigenza di rendere i contenuti digitali senza alterare le caratteristiche economiche fondamentali dell’industria: produrre, distribuire e vendere contenuti all’interno di contenitori definiti e in un regime di scarsità indotta, ottenuta grazie all’impiego di protezioni anticopia (DRM) e alla costruzione di ecosistemi chiusi.

Che non si tratti di un’innovazione dirompente è un sospetto confermato da altri indizi. A quasi due anni dal rilascio delle specifiche di ePub 3, l’implementazione del nuovo standard è praticamente nulla. Bill McCoy – direttore esecutivo di IDPF – ha ammesso la situazione, in questi termini:

Diciotto mesi dopo […] diversi tra i principali sistemi di lettura supportano unicamente il vecchio ePub 2 e anche i fornitori che hanno adottato ePub 3 non utilizzano il 100% delle sue funzionalità.

Sono gli stessi dubbi di un anno fa, e in un anno la situazione non è cambiata. Da un certo punto di vista è comprensibile che sia così. Adottare ePub 3 – come ha deciso di fare quasi unilateralmente O’Reilly – non porta vantaggi immediati per la maggior parte degli editori. Le sue potenzialità multimediali e interattive sono di fatto inutilizzabili e i vantaggi che derivano dalla possibilità di creare metadati più precisi e di dotare i contenuti di markup semantico, per quanto importanti, sono raramente percepiti come tali. Costruire strutture informative diffuse e lavorare con contenuti strutturati in modo significativo sono attività di scarso interesse se ancora si fatica a comprendere il modello tecnologico ed economico relativamente semplice che sostiene ePub 2.

Dati questi presupposti, il lavoro condotto – tra gli altri – da Safari Books Online e da Hugh McGuire per rendere i libri digitali oggetti connessi, consultabili all’interno di un browser e dotati di interfacce di programmazione (API) pubbliche e dettagliate rischia di cadere nel vuoto. Le resistenze sono di due tipi: da un lato manca un modello economico definito e si teme che la pirateria dilaghi (sempre che la scellerata ipotesi di introdurre i DRM direttamente in HTML5 non diventi realtà); dall’altro, a quanto pare trasformare un libro in un sito web è qualcosa da non fare a prescindere, per principio. Il problema – come nota Pablo Defendini sul blog di Safari Books Online – è questo:

più aumentano i dispositivi e i servizi di lettura, più diventa difficile realizzare tutte le versioni di un libro necessarie a raggiungere tutti i dispositivi e tutti i contesti di lettura, e il processo è destinato a diventare sempre più dispendioso in termini di tempo e probabilmente più frustrante di quanto non lo sia già.

Un’industria che non riesce ad assecondare i cambiamenti e a scalare verso l’alto con regolarità e facilità non è in grado di tenere il passo e nella migliore delle ipotesi è destinata a rincorrere, continuare ad adattarsi a decisioni prese da altri. Una delle soluzioni possibili è quello che Defendini chiama streaming book: un libro diviso nelle sue componenti discrete, i cui contenuti e risorse sono ospitati su server, pronti a essere assemblati e distribuiti a seconda delle esigenze del lettore.

Nel frattempo è ancora O’Reilly a lanciare un segnale chiaro, chiudendo le conferenze TOC: si è parlato a lungo, quello che c’era da dire è stato detto, gli strumenti per il cambiamento sono a disposizione di chiunque intenda utilizzarli. Ora è il momento di fare.

L'autore

  • Ivan Rachieli
    Ivan Rachieli, 30 anni, laurea in letteratura russa, master in editoria. Ha lavorato in GeMS con gli ebook, e in ZephirWorks con le applicazioni web. Un giorno mollerà tutto e se ne andrà sul lago Bajkal, per dedicarsi finalmente alle cose serie, come ad esempio la caccia col falcone. Se avete voglia di conoscerlo meglio, potete fare due chiacchiere con lui su Twitter @iscarlets o leggere il suo blog.

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