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E-government alla riscossa?

22 Giugno 2001

E-government alla riscossa?

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Prova e riprova, forse prima o poi il governo elettronico arriverà

Un governo in grado di fornire informazioni e servizi online si dimostra assai più accessibile ai propri cittadini. Questa parrebbe la posizione (o piuttosto l’augurio?) adottata dalla maggioranza dei canadesi online. I quali sembrano avere pochi dubbi: dal rinnovo della patente alle elezioni, è il web il mezzo da preferire. Un sondaggio condotto recentemente dal CF Group di Toronto riporta che appena il 12 per cento (su 1,027 utenti interpellati) opterebbe per lo sportello tradizionale nel caso di comunicazioni con le istituzioni pubbliche. Oltre al 70 per cento che preferirebbe rinnovare la patente di guida direttamente online, questi altri dati interessanti: il 68 per cento farebbero volentieri lo stesso per la registrazione per le consultazioni elettorali; medesima la percentuale di quanti vorrebbero votare via Internet; oltre il 60 per cento non vede l’ora di pagare le tasse sul web. Basta forse tutto ciò per assicurare un futuro roseo all’e-government?

Be’, intanto va detto come simili scenari riguardino soprattutto quei paesi in cui gran parte dei cittadini naviga regolarmente online: in Canada si tratta di circa il 65 per cento della popolazione totale, con un buon 40 per cento di costoro che visita un sito governativo minimo una volta al mese. La maggioranza di tale fascia (47 per cento) lo fa alla ricerca di dati e dritte relative al mondo del lavoro, mentre il 41 per cento è alla ricerca di informazioni sul fisco, il 40 per cento sul turismo e il 38 per cento sulle strutture educative. L’indagine non manca infine di evidenziare qualche problema: il 32 per cento dei canadesi online si dichiara “preoccupato” della qualità offerta sul campo da tali servizi, mentre il 23 per cento teme l’esclusione di una buona fascia di popolazione dall’accesso a Internet, problematica meglio nota come digital divide.

Problemi e discrepanze che in qualche modo affrontano anche eventi tipo “E-Gov 2001”, quattro giorni di ad hoc prevista a Washington DC per metà luglio. Ultimo evento in ordine temporale di una serie di incontri internazionali di alto livello che da qualche tempo danno linfa al settore in ascesa (vedi il Terzo Forum Globale sull’E-Gov dello scorso marzo a Napoli). Grazie ad un sito web altamente professionale, la conferenza viene presentata come l’unica manifestazione mondiale dedicata esclusivamente a tutte quelle policy, tecnologie e soluzioni che ruotano intorno all’e-government. Mirando a fornire ulteriore impulso all’espansione del relativo mercato, il programma di E-Gov 2001 si preannunzia fitto di impegni e proposte un po’ per tutti i gusti: 54 sessioni pubbliche, 350 stand espositivi, 50 chioschi elettronici per toccare con mano le novità info-tech. Il tutto nella prospettiva di offrire una panoramica internazionale il più articolata possibile per quanto concerne tematiche quali legislazioni attuali e loro sviluppo, terreni d’intervento comuni, applicazione di soluzioni innovative, implementazione di servizi efficaci per il governo digitale del prossimo futuro. Insomma, un evento che va ben oltre l’esperienza “educativa” per trasformarsi in una concreta occasione di discussione, confronto e collaborazione tra i molteplici soggetti che lavorano alla riuscita proprio di quei servizi e programmi che i cittadini canadesi paiono così impazienti di adottare.

Ma se lo sviluppo imprenditoriale sembra promettere bene, meglio evitare il rischio di imporre tecnologie tanto sofisticate quanto inutilizzate o sotto-utilizzate dai cittadini. Occorre cioè mantenere un medesimo, elevato livello di offerta anche per quanto riguarda l’informazione nonché la partecipazione dei singoli. Un ambito per così dire “civico” di cui si occupano, per rimanere in tema, due riviste online che fanno da sponsor all’evento di Washington: Civic.com e Federal Computer Week. Entrambe affrontano tematiche ed esperienze più attuali del settore, a conferma del crescente interesse delle autorità pubbliche verso l’utilizzo di Internet come strumento essenziale per accorciare la distanza con le comunità locali. Si tratta inoltre di offrire un’informazione aggiornata che ha come target dirigenti governativi e relativi partner industriali, a sostegno delle mille esigenze dell’e-government.

Questo lo spaccato più recente dello scenario nord-americano riguardo il governo elettronico e dinamiche a latere. Scenario in cui si respira la tipica aria positiva pur a fronte di problemi non certo di facile soluzione: dall’ombra costante del digital divide alle effettive capacità di superare online gli scogli burocratici ad una certa faciloneria nell’applicazione della cosiddetta democrazia elettronica (tipo e-vote e proposte affini). È vero però che, insieme ai successi dentro e fuori Internet, ogni occasione è buona e va sfruttata a dovere per discutere e lavorare su un’efficace implementazione dell’e-government, cittadini inclusi. Forse soprattutto come aperto raffronto sui molteplici aspetti pratici — e civici — da chiarire e sperimentare ben oltre le buone intenzioni.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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