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Duri dell’hardware

23 Luglio 2014

Duri dell’hardware

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Entrano in gioco altri attori per contrastare lo strapotere di Raspberry Pi, computer completo a costi irrilevanti.

Il mercato delle schede di prototipazione per progetti che abbiano sbocchi professionali o amatoriali, o semplicemente didattici, attualmente è dominato da due nomi che sono entrati nella storia: Arduino e Raspberry Pi.

Inutile citarne altri, quando perfino i colossi come Intel e la sua Galileo non hanno nemmeno lontanamente raggiunto le quote di vendita di una Raspberry, che ha abbondantemente superato i due milioni di unità.

Le cause sono facili da verificare: nessuno ha dato veramente di più, relegando le nuove uscite a semplici rivisitazioni dei progetti originali, oltretutto in genere più costose.

Oggi sembra che qualcosa si stia muovendo, sempre nel rispetto della progettazione di piattaforme open source, dove le specifiche sono date a tutti per una condivisione senza limiti.

È il caso dell’israeliana SolidRun con la sua nuova scheda HummingBoard. Senza entrare in dettagli di tecnica specifica e per addetti ai lavori, basti dire che con circa 45 dollari si può acquistare una scheda estremamente ricca di opzioni sia hardware che software.

Hummingboard

Il nuovo tentativo di rimpiazzare Raspberry Pi.

Più veloce di Raspberry Pi, più dotata in termini di prestazioni computazionali, più pronta a essere interfacciata con qualunque periferica esterna, stipata di connettori di ogni tipo per realizzare in pochi minuti un vero computer adatto a qualunque applicazione creativa, di dimensioni eccezionalmente compatte. Pronta per lavorare con sistemi operativi come Ubuntu, Debian, Arch o perfino Android e XBMC.

Che di questi prodotti ci sia reale necessità, lo spiega Kossay Omary, CEO della stessa SolidRun:

Sappiamo che tra pochi anni ci sarà bisogno di una gran quantità di connettività e capacità di calcolo praticamente ovunque, dalla digitalizzazione dell’insegnamento all’automazione della casa. Avremo bisogno di computer per gestire il tutto, ma non potremo mettere dappertutto ingombranti PC ad alto consumo energetico. Così abbiamo immaginato dispositivi di elaborazione molto più piccoli, di cui nemmeno ci si accorgerà della loro presenza mentre faranno per ciascuno un mucchio di cose intelligenti.

Siamo solamente agli inizi. Lo dimostra anche il successo quasi assicurato a chi presenta progetti in tal senso sui grandi raccoglitori di denaro, come Kickstarter. Grandi o piccoli che siano, premiano sempre con qualche dollaro in più del previsto, come dimostra CoAction Hero, un’altra schedina di limitate pretese, ma di dimensioni più che adatte al nuovo corso dell’Internet delle Cose.

Coaction Hero

Piccole schede, per stare dappertutto.


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