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Dura lotta per arginare il fenomeno dei Pc lobotomizzati

20 Luglio 2004

Dura lotta per arginare il fenomeno dei Pc lobotomizzati

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Gli esperti di sicurezza informatica mettono in guardia contro un virus che trasforma in "zombie" (il nome dato, in gergo, a un computer controllato a distanza) i Pc. Così, una volta "lobotomizzati" e riuniti in gruppo, i computer vengono affittati, all'insaputa dei loro proprietari, a spammer, truffatori e pirati d'ogni genere

“Abbiamo la certezza – hanno dichiarato alla Reuters fonti nell’ambito dell’unità dei crimini informatici di Scotland Yard – dell’esistenza di gruppi di giovani che creano reti da 10.000 a 30.000 computer per poi affittarli a chiunque, purché paghi. Collegandoli tutti insieme, infatti, si ottengono reti potenti di Pc infettati, le cosiddette “botnets”.

I pirati propongono, a chi vuole commettere illeciti su Internet, di affittare queste reti dotate della potenza sufficiente per paralizzare completamente intranet aziendali di vaste dimensioni. Grazie alla potenza di alcune migliaia di Pc lobotomizzati, uno spammer può inviare una mole di messaggi indesiderati senza precedenti, facendoli figurare come provenienti da un computer privato.

Poi ci sono i nuovi truffatori, conosciuti sotto il nome di “phisher”. Anche loro utilizzano queste reti per inviare messaggi e creare siti Internet fasulli di banche o e-commerce conosciuti, in modo da ottenere le coordinate bancarie e i numeri di carta di credito di ignari utenti. Secondo gli esperti, ci potrebbero essere milioni di computer zombies nel mondo, in affitto a partire da 100 dollari l’ora a spammer, phisher e imbroglioni di ogni genere.

La banda larga aiuta gli zombie

I botnets si sono moltiplicati a partire dall’estate scorsa, quando un’ondata di computer con virus di questo genere ha assaltato Internet. Il compito dei pirati, inoltre, è stato facilitato dalla moltiplicazione dei collegamenti a banda larga, una delle qualità essenziali per poter essere un ottimo Pc lobotomizzato.

Alcuni mesi dopo questi attacchi, gli esperti e le forze di polizia hanno notato che, sui forum e nei newsgroup, venivano offerte reti di computer infettati. E, recentemente, i botnets hanno paralizzato diversi siti Internet. “Si è trattato di un rifiuto di servizi, una tecnica utilizzata per paralizzare le reti e i siti, sommergendo i server di collegamenti simultanei – ha commentato Steve Linford, fondatore dell’Associazione antispam SpamHaus Project -. Se si vuole paralizzare un sito Internet di dimensioni importanti, è sufficiente affittare un botnet russo per poi dirigerlo contro il server in questione. In un caso simile il malcapitato computer non può fare nulla per difendersi e soccombe”.

L’elenco delle vittime dei botnets è in aumento e, tra gli altri, può vantare nomi importanti come il sistema di pagamento online della Royal Bank of Scotland.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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