Uno struggimento d’anima deve aver pervaso noi tutti alla morte dell’imprenditore Michele Ferrero, universalmente conosciuto come il padre della Nutella. Qualcosa di triste e di dolce nello stesso tempo.
Creazione di un uomo che ci ha lasciati alla soglia dei novant’anni e che a leggerlo in un’intervista apparsa su La Stampa, a firma di Mario Calabresi, sembra un giovane maker in fase di startup, quando afferma
Il mio segreto? Fare sempre diverso dagli altri, avere fede, tenere duro e mettere ogni giorno al centro la Valeria.
Ovvero quella che per lui era la cosiddetta casalinga di Voghera, l’utente finale ignaro del funzionamento delle cose, ma perfettamente consapevole di ciò che gli servirebbe.
Come dargli torto? Un vero spirito da maker è capace di guardare qualunque realtà con occhio innovativo. Ed è sempre la stessa Nutella, al Maker Faire Bay Area del 2014, che è stata usata per alimentare gli ugelli di una stampante 3D modificata per produrre dolcetti cremosi. Prodotti sotto la spinta dall’ennesima raccolta fondi su Kickstarter andata a buon fine, con un progetto di estrusore per paste, reso compatibile con una notevole gamma di stampanti 3D già presenti sul mercato.
Caricato il serbatoio con la pasta preferita, sia essa commestibile o invece siliconica, attaccato il tubetto e infilato l’ago del diametro opportuno, stampare biscotti e decorazioni può diventare un gioco da ragazzi. Stiamo ormai aspettando la conclusione dei lavori e la commercializzazione del prodotto ingegnerizzato, promessa per questo mese di febbraio. Chi volesse prenotarsi, subito al sito.
Ed è ancora Nutella che tiene viva l’attenzione degli appassionati di Do It Yourself in occasione della sua giornata internazionale celebratasi il 5 febbraio scorso.
Chi avrebbe mai detto che potesse diventare una pasta dissipatrice di calore, utile al raffreddamento dei processori? Eppure i fantasiosi tecnici di Cooler Master l’hanno fatto, impiastricciando un chip di Nutella e misurandone gli effetti nella dissipazione per contatto con un classico dissipatore raffreddato a liquido. Mai la temperatura è salita oltre i 50 gradi centigradi, sopportabilissima dalla sofisticata elettronica della dolcificata CPU.
Forse l’imprenditore Ferrero non se lo sarebbe mai aspettato, ma è anche così che il suo spirito da innovatore continuerà nel tempo e nelle generazioni, startup dopo startup.