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Disquisizioni in merito ai collegamenti Wi-Fi sugli aerei

15 Settembre 2005

Disquisizioni in merito ai collegamenti Wi-Fi sugli aerei

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Le infrastrutture di rete Wi-Fi si stanno diffondendo nel settore aeronautico ma, oltre alle difficoltà tecniche, le due pioniere Boeing e Aerobus si trovano a confrontarsi con problematiche organizzative e di rendimento del capitale investito

Come qualsiasi altro mezzo di trasporto, anche l’aereo non sfugge al fenomeno della “wirelessizzazione” della sua infrastruttura di Rete, con i produttori che affilando le armi commerciali, presentando questa tecnologia come un vantaggio concorrenziale imprescindibile.

Il lancio, nel maggio 2004, del servizio Wi-Fi sui Boeing della gamma 747 ha permesso al colosso americano di acquisire un considerevole vantaggio sul suo diretto concorrente Aerobus.

La via intrapresa da Boeing è stata dunque, secondo gli esperti, quella di sbarrare la strada al suo concorrente Aerobus lanciando, non appena possibile, un’infrastruttura wireless nei suoi aeroplani attualmente in servizio, tentando inoltre di ottenere un rendimento di capitale investito grazie a un costo equivalente a quello di un mese di collegamento normale.

Da un punto di vista pratico, esistono due mezzi per rendere l’aereo “comunicativo”: il primo consiste nel limitare l’accesso wireless, via tecnologie Wi-Fi o Bluetooth, soltanto ai passeggeri che possiedono un computer dotato di scheda wireless; mentre il secondo metodo di fornitura, più difficile da realizzare, consiste nel cablare l’aereo rendendo così possibile la connessione in Rete per ogni passeggero, attraverso la classica “presa”.

Possibili interferenze ed eventuali rischi in termini di sicurezza sono risolti da una schermatura specifica del modulo di comunicazione Internet, in grado di limitare al massimo le sovrapposizioni con gli altri sistemi radiofonici e radar.

Il cablaggio di un aereo, però, pone anche dei problemi d’ordine finanziario e organizzativo, che la società americana ha deciso di affrontare adottando una strategia di diffusione massiccia dei suoi apparecchi, per proporre alla clientela un accesso universale alla Rete a banda larga, con l’ausilio di un’offerta Wi-Fi commerciale a prezzi competitivi: mezz’ora di connessione costa 9,95 dollari, mentre stare online per tutta la durata del volo appesantisce il prezzo del biglietto di 29,95 dollari.

Aerobus, invece, affronta differentemente la questione del Wi-Fi e sceglie di incorporare questo servizio, innanzitutto, nel costo di fabbricazione dell’aereo, come sarà nel caso dell’A380.

Il modello economico che disciplina il mercato delle compagnie aeree sarà quindi portato ad evolvere, e i produttori dovranno essere capaci di fornire un contenuto e dei servizi online alla loro clientela. Questa offerta di comodità tecnologica potrebbe infatti, con il tempo, diventare un vantaggio concorrenziale determinante.

Ma, al momento, sembrerebbe che l’entusiasmo degli utenti non sia ancora alle stelle. Secondo uno studio pubblicato da Gartner, infatti, soltanto 1 passeggero americano su 4, tra quelli che viaggiano in business class, ricorre ai servizi Wi-Fi in aereo, mentre quasi l’80% ignora completamente la disponibilità di questa tecnologia.

Va comunque constatato come l’aereo ha preso decisamente le distanze, giocando d’anticipo, su altri mezzi di trasporto come il treno, che non propone finora alcun servizio altrettanto competitivo, evoluto ed esauriente. Un grave ritardo che rischia, sul lungo periodo, di comprometterne definitivamente l’utilizzo da parte, soprattutto, dell’utenza più esigente.

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