L’archiviazione dati su hard-disk è ancora la soluzione più sicura. Lo conferma l’ultima indagine della Avian Securities sui nuovi dischi a stato solido (SSD), ovvero le soluzioni di storage di nuova generazione che utilizzano unicamente l’elettronica dello stato solido per la memorizzazione delle informazioni digitali.
Secondo Avian Securities, il 10% dei dischi SSD istallati sui notebook dei più importanti marchi sarebbe soggetto a malfunzionamenti. E in alcuni casi vi sarebbero anche punte del 20/30%. Insomma, un SSD rischierebbe la rottura dieci volte di più rispetto agli hard disk comuni.
Dell, inoltre, rincara la dose: i suoi tecnici sostengono che un disco SSD può essere più lento di uno tradizionale con applicazioni come Outlook, ma anche nel video streaming. L’unica soluzione, al momento, parrebbe essere quella di affidarsi alla nuova generazione SSD, caratterizzata da capienze di 128 e 256 GB e chip multi-level cell (MLC) più veloci.