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Dimmi come spendi e ti dirò chi sei: il budget personale come specchio dei tuoi valori

02 Aprile 2025

Dimmi come spendi e ti dirò chi sei: il budget personale come specchio dei tuoi valori

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Lo facciamo tutti: abbiamo passioni e interessi che non corrispondono affatto ai nostri schemi di spesa. Confrontiamo i nostri valori con il nostro budget.

Partiamo dai nostri veri valori

Quanto ci piacciono i delfini? Su una scala da 1 a 10?

Se siamo come la maggior parte delle persone, scommetto che siamo nella fascia da 8 a 10, giusto? Voglio dire, la loro grande intelligenza, le loro acrobazie in acqua, quel grazioso naso a bottiglia. Come non amarli?

Ma andiamo oltre la superficialità e valutiamo il grado della nostra vera affinità con i delfini osservando il nostro comportamento.

  • Quando è stata l’ultima volta che abbiamo disegnato un delfino?
  • Abbiamo donato recentemente del denaro a un’iniziativa di salvataggio dei delfini?
  • Di recente abbiamo trascorso del tempo di qualità con un delfino, magari unendoci a uno dei nostri compagni di mare preferiti per una nuotata?
  • Abbiamo parlato di delfini con qualcuno dei nostri amici in quest’ultimo mese?

No? Allora forse i delfini non ci interessano poi così tanto come pensavamo.

In una precedente vita professionale, mi è stato assegnato il compito di sovrintendere ai colloqui per i dirigenti bancari prima dell’assunzione, per determinare il loro livello di adattabilità all’interno di un’azienda. Quando chiedevo ai candidati perché si candidassero per il lavoro in questione, la risposta era, quasi inevitabilmente, Adoro questo lavoro. Questa risposta era così comune (e per me, così incredibile) che continuavo dicendo loro: Fantastico. Quali prove ci sono di questa passione nel modo in cui trascorri il tuo tempo? Una domanda che ha suscitato molti sguardi frustrati e pause imbarazzate.

Leggi anche: Come arriva la ricchezza

La passione lascia una traccia. La prova migliore dell’amore per i membri della nostra famiglia non è la nostra insistenza nell’affermarlo, ma il tempo che trascorriamo con loro. Allo stesso modo, considerare il nostro budget personale è l’arbitro finale di ciò che diciamo di apprezzare rispetto a ciò che apprezziamo davvero nella vita.

Lasciatemi insistere ancora un po’ prima di spiegare perché succede questo e che cosa possiamo fare per adattare la nostra gestione del denaro a ciò e a chi ci sta più a cuore.

Tutti affermeremmo di dare valore alla nostra salute, ma il nostro comportamento racconta tutta un’altra storia. Secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), più di uno statunitense su tre, in un dato giorno, mangia a un fast food. Uno studio del 2014 ha scoperto che lo statunitense medio spende 1.200 dollari all’anno in fast food. Aggiustato per l’inflazione, quel numero probabilmente si avvicina ai 1.600 dollari di oggi. Per aggiungere la beffa al danno, lo studio ha esaminato solo un arco di 50 settimane, quindi aggiungiamo qualche dollaro in più (e qualche chilo in più al girovita collettivo) per un anno di 52 settimane. Possiamo anche affermare di volere una dieta sana, ma i dati sulla spesa reale delle persone dipingono un quadro molto diverso.

Come spendiamo o che cosa diciamo?

Gli statunitensi affermano anche di dare valore all’equilibrio fra il lavoro e la vita privata e di comprendere l’importanza di allontanarsi dal trambusto della routine che li cattura dalle nove alle cinque. Un sondaggio Pew ha rivelato che l’89 percento dei lavoratori ha affermato che era estremamente o molto importante che il datore di lavoro fornisse loro un lungo periodo di ferie retribuite. Eppure, ogni anno rinunciamo in media a 9,5 giorni di ferie retribuite.

Ma, allora? Siamo tutti solo un branco di bugiardi senza scrupoli? O c’è qualcosa di più profondo in gioco?

La realtà è che sia gli uomini sia le donne, sia i giovani sia gli anziani, sia i ricchi sia gli indigenti hanno tutti problemi a far corrispondere la spesa e il risparmio con ciò che dichiariamo di apprezzare. La conclusione è che è il modo in cui allochiamo i nostri soldi a riflettere le nostre vere priorità. Parafrasando il rapper Jay-Z, Gli uomini mentono, le donne mentono, i bilanci non mentono.

Tutta colpa degli altri

L’esistenza di questo apparente difetto comportamentale può essere ricondotta a ciò che gli psicologi chiamano errore fondamentale di attribuzione. È un bias cognitivo che porta gli individui ad attribuire le azioni altrui a fattori interni mentre attribuiscono il proprio comportamento a fattori esterni. In altre parole, ci prendiamo il merito dei nostri successi e diamo la colpa agli altri per i nostri fallimenti e difetti.

L’analogia che mi piace usare riguarda quando stiamo correndo freneticamente a casa dal lavoro. Supponiamo che un tizio spericolato ci tagli la strada impulsivamente in autostrada: è facile considerarlo ed etichettare quel comportamento in malo modo, ignorando qualsiasi variabile situazionale. Al contrario, se noi, in un momento di fretta, ci appiccichiamo all’auto che abbiamo davanti o guidiamo in modo spericolato, ci giustifichiamo: è solo perché vogliamo tornare a casa presto dalla nostra famiglia.

Al cuore della ricchezza

Spesso ci comportiamo come se il denaro fosse l’unica cosa che conta e il fine ultimo. Come trovare il giusto equilibrio tra la ricchezza monetaria e quella dell’anima?

Questo errore evidenzia come tendiamo a valutare gli altri in base alle loro azioni, ma valutiamo noi stessi (spesso in una luce irrealisticamente positiva) in base a un mix egoistico dei nostri migliori desideri. Ma è proprio questo il punto: la vita non ci premia per le nostre intenzioni, ma per quello che facciamo, e il nostro budget è una chiara indicazione di quello che stiamo facendo.

È a causa di angoli ciechi come questo che gli altri potrebbero conoscerci meglio di noi stessi. Gli studi condotti sull’errore fondamentale di attribuzione sottolineano il fatto che spesso gli individui manipolano la loro percezione della realtà per allinearla alla loro immagine di sé. Ma c’è qualcun altro in agguato e che ci conosce meglio di tutti (per giunta a portata di mano): il nostro libretto degli assegni.

Tre valori per cui spendere

Quindi, chiedo un favore: scegliamo i nostri tre valori principali. Se non siamo sicuri di quali potrebbero essere, ci sono risorse online e app che possono aiutarci. Personalmente, mi piace la Core Values List compilata da James Clear. Classifichiamo i nostri tre valori principali e poi tiriamo fuori il nostro budget o l’estratto conto della carta di credito del mese scorso. Stiamo per entrare in una sorta di confessionale finanziario.

  • Se diciamo di dare valore alla spiritualità, facciamo donazioni a cause benefiche?
  • Se diciamo di dare valore allo sviluppo personale, andiamo in terapia o investiamo in ulteriore formazione?
  • Se diciamo di amare i nostri figli, ci siamo presi abbastanza giorni di ferie dal lavoro per trascorrere del tempo di qualità con loro prima che crescessero?

È probabile che abbiamo mentito a moi stessi in una certa misura sulla nostra identità e sui nostri valori. È così perché lo facciamo tutti!

Osservarci attraverso la lente delle nostre abitudini di spesa ci offre un riflesso rapido e sincero del nostro vero io e ci indica concrete opportunità di miglioramento personale.

Questo articolo richiama contenuti da Al cuore della ricchezza.

Immagine originale di Daoudi Aissa su Unsplash.

L'autore

  • Daniel Crosby
    Daniel Crosby è psicologo, esperto di finanza comportamentale e asset manager. Coautore del best seller The Laws of Wealth e autore de L'investitore comportamentale (Hoepli, 2023), è stato nominato uno dei "12 Thinkers to Watch" da Monster.com e rientra nella classifica "Top 40 Under 40" redatta da Investment News.

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