Ci ha pensato Sonia Montegiove su TechEconomy a ricordare che il Ministero della Difesa ha da poco pubblicato una nuova edizione di Standardizzazione dei formati dei documenti elettronici della Difesa, che sostituisce quella del 2003.
Nella Pubblica Amministrazione, più un documento è lungo, più è vuoto e le sole diciotto pagine del Ministero sono un indizio della loro importanza. Difatti, sintetizzato all’estremo, sanciscono che la Difesa accetta più o meno qualsiasi formato di documento di grande diffusione, ma si adopera per produrre e archiviare solo documenti in formati aperti, nella fattispecie Open Document Format e PDF per quanto riguarda i testi. La ragione della decisione è molto chiara:
I formati aperti […] rappresentano oggi una opportunità preziosa per garantire grandi economie di scala. In un’ottica di lungo periodo, l’importanza dell’utilizzo di formati aperti assume particolare rilevanza anche a fronte del processo di dematerializzazione attualmente in atto.
In parole povere: fatti tutti i conti, con i formati aperti si risparmia un bel po’. Nel caso dell’adozione di LibreOffice da parte del Ministero della Difesa, che riguarda la transizione alla produttività open source per centocinquantamila macchine entro il 2016, il risparmio calcolato è tra 26 e 29 milioni di euro. Secondo, si tratta di una scelta che porta vantaggi decisivi anche e soprattutto nel lungo termine.
Risparmi ingenti, scelta di lungo respiro, che favorisce interoperabilità, compatibilità, durata nel tempo della leggibilità software dei documenti. Mi chiedo che aspettino le aziende e le scuole. Parlando delle seconde, sostengo una posizione piuttosto radicale e dove hanno ancora l’incoscienza di invitarmi spiego come e quanto sarebbe utile adottare HTML. Ma come soluzione di compromesso e di transizione ragionevole, anche Open Document Format andrebbe benissimo.
Forse è ora di smettere di concentrarsi sulle ragioni per cui non si riesce a cambiare, e cominciare a farlo sulle ragioni per cui si deve e non sarà mai abbastanza presto.