Nel 2003 la Camera dei Rappresentanti ha adottato una proposta di legge che rendeva permanente la moratoria sulle tasse dei servizi d’accesso alla Rete, estendendola anche alla banda larga. I senatori sono, invece, meno corcordi sull’argomento. Ritengono, infatti, che un divieto definitivo costringerebbe gli Stati a creare nuove tasse in altri settori per compensare le entrate mancate.
Secondo gli Stati e le amministrazioni locali, infatti, se fosse approvata una legge volta a eliminare definitivamente la tassa d’accesso a Internet, verrebbero persi fino a nove miliardi di dollari l’anno di gettito. Ciò anche in considerazione della costante migrazione dei servizi telefonici, musicali e non solo, verso il Web.
La stima di questo mancato gettito, effettuata dai servizi di bilancio parlamentari, invece, riporta cifre più ragionevoli: tra gli 80 e i 120 milioni di dollari all’anno. Secondo le stime di alcune società di ricerca e consulenza tecnologica, poi, se si prende a campione un periodo di cinque anni, l’abolizione di qualsiasi tassa sui redditi derivati dai servizi Internet potrebbe costare al settore delle telecomunicazioni 4,3 miliardi di dollari.
La moratoria, entrata in vigore nel 1998, è scaduta lo scorso novembre e, da allora, nessuno Stato americano ha creato nuove tasse.