Flexcoin, autoproclamatasi la prima banca mondiale di Bitcoin, è stata rapinata di denaro elettronico per l’equivalente di seicentomila dollari veri ed è stata costretta a chiudere i battenti dopo tre anni di attività.
Di tutte le rivoluzioni che può portare la rete, quella finanziaria è probabilmente la più dirompente in assoluto, per motivi ovvi: non è mai accaduto che esistessero valute autogovernate, determinate da regole matematiche. Il furto con destrezza invece si somiglia in tutte le epoche:
[Il rapinatore si è registrato e ha depositato denaro elettronico.] I soldi sono stati lasciati in deposito fino a raggiungere sei conferme di validità della transazione. A questo punto è stata sfruttata una falla nel codice che permette trasferimenti di denaro tra frequentatori di Flexcoin. Inviando migliaia di richieste simultanee, il rapinatore è riuscito a “spostare” denaro da un account a un altro fino a quando l’account di partenza è rimasto scoperto e però prima che i saldi venissero aggiornati. La manovra è stata ripetuta più volte su più account fino ad accumulare 896 Bitcoin, dopo di che il denaro è stato incassato.
Flexcoin sostiene che parte della valuta elettronica in deposito da parte dei suoi clienti si trovi in computer isolati da Internet e per questo, forse, qualcuno riuscirà a rivedere il proprio denaro. Non andrà altrettanto bene per chi si appoggiava a Mt. Gox, banca molto più grande, chiusa all’improvviso sotto i colpi di un assalto informatico in grande stile. O forse, non è chiarissimo, vaporizzatasi una volta portata a termine una truffa da quattrocento milioni. L’analisi più completa è per ora quella di Emin Gün Sirer, che opta per la malafede dell’istituto.
Bisogna essere cautamente ottimisti, perché i problemi si risolvono, e ottimisticamente cauti come in certe aree di servizio autostradali dove ancora si trovano i venditori di occasionissime: l’infrastruttura e il software evolvono in fretta ma oggi sono tutt’altro che a prova di bomba.
La moneta elettronica si affermerà. Bisognerà comunque risolvere due problemi fondamentali: chi garantisce in caso di eventi sfavorevoli, non esistendo una banca centrale; e soprattuto quanto e come si debba pagare tutti il prezzo delle avventure pecuniarie di pochi. L’aspetto davvero sottovalutato di Bitcoin è che il meccanismo è progettato per accrescere la potenza computazionale necessaria man mano che aumenta il valore della moneta.
In altre parole, sarà anche moneta virtuale, ma ha una ricaduta estremamente misurabile e quantificabile sul mondo fisico. E attualmente ci sono meccanismi per aderire anche con entusiasmo eccessivo, ma nessuno per chiamarsi fuori.