Le colonie lunari, primo passo per la colonizzazione dello spazio
Apogeonline: Si notano un interesse rinnovato e una buona disposizione dell’opinione pubblica rispetto all’esplorazione spaziale. Solo pochi anni la situazione era quasi l’opposto. Che cosa è cambiato?
Les Johnson: Credo che il cambiamento dipenda dal prendere atto di progressi tangibili e molto visibili. C’è la curiosità per l’idea che oggi un miliardario possa creare un proprio programma spaziale, qualcosa che prima era monopolio dei governi, e mandare nello spazio merci e persone a costi mai così bassi. Il turismo spaziale sta diventando una realtà, sebbene solo per superricchi, ma con il potenziale di abbassare i costi fino a renderlo accessibile anche a chi ricco non è. Si vedono provider di Internet via satellite portare la banda larga in regioni del globo prima escluse, e questo porta ottimismo.
Nel tuo libro c’è abbondanza di riferimenti a libri e autori di fantascienza. Con il dovuto rispetto per tutti, quale autore è stato decisivo nella tua scelta di carriera?
Senza dubbio Arthur C. Clarke. Le sue opere visionarie, scritte perlopiù attorno alla metà del secolo scorso, erano entusiasmanti, scientificamente plausibili e, in gran parte, fonti di ispirazione. Storie che contenevano quel senso di che cosa è possibile quando gli umani puntano a qualcosa di grande oggi tanto cercato. Non posso tralasciare la serie televisiva che per le stesse ragioni fu anche più influente, Star Trek. Da ragazzo sognavo di volare sull’astronave Enterprise ed esplorare strani nuovi mondi, sulle ali della scienza e della tecnologia verso un futuro migliore e prospero.
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Abbiamo un paio di oggetti già impegnati in un viaggio interstellare: le sonde Voyager, partite decenni fa e ora ben oltre i confini del sistema solare. Che cosa ci hanno insegnato sul viaggio interstellare?
Amo il progetto Voyager. Le sonde erano progettate per studiare i pianeti del sistema solare e durare il necessario per farlo: cinque anni. Grazie a un’ottima ingegnerizzazione e a un pizzico di fortuna, sono in vita da oltre 46 anni e continuano ad avanzare nello spazio esterno. Se fossero sulla rotta per farlo, raggiungerebbero la stella più vicina in 70 mila anni. Mi hanno insegnato che, se vogliamo davvero raggiungere le stelle, dobbiamo trovare un modo per viaggiare molto più veloci.
La colonizzazione della Luna potrebbe iniziare in tempi relativamente brevi. Nel contempo, scrivi che che il nostro vero primo viaggio interstellare potrebbe avvenire per l’anno 3000. In mezzo ci sono tanto cose interessanti da fare, per esempio una spedizione verso i satelliti Europa o Titano alla ricerca di vita sotto la crosta di idrocarburi ghiacciati. In che anno potremmo pensare di partire?
Il ritmo dell’esplorazione del sistema solare, almeno della sua parte interna, probabilmente dipender più dal denaro che dalla tecnologia. Abbiamo quello che serve per stabilire colonie lunari da più di mezzo secolo, ma n0n lo abbiamo fatto. La mia risposta alla domanda perché no? è collegata alla prima domand di questa intervista: mancava quell’interesse per lo spazio che invece sta tornando oggi. Detto in modo semplice, le attività di alcuni miliardari hanno reso lo spazio più accessibile, al punto che i nuovi costi, più bassi, fanno considerare a nazioni e privati l’opportunità di visitare e colonizzare la Luna come una possibilità fattibile nel breve.
Che cosa significano coscienza ambientale o sostenibilità per l’esplorazione spaziale? Un singolo missile di SpaceX è responsabile di una gran quantità di emissioni…
Nessuna attività umana ha impatto zero sull’ambiente. L’obiettivo dovrebbe essere minimizzare l’impatto negativo e massimizzare i lati positivi di ciascuna attività, sia l’esplorazione spaziale o qualsiasi altra cosa. Considerato il numero ridotto di lanci missilistici rispetto al numero di voli aerei, crociere o viaggi in auto, non so se il contributo dei lanci spaziali al cambiamento climatico sia così rilevante.
I programmi spaziali privati hanno riempito un vuoto lasciato dalla NASA o aperto un nuovo segmento dell’industria spaziale?
È una domanda che ricorre spesso, basata su un fraintendimento di base. NASA e altre agenzie spaziali pagano aziende come SpaceX, Blue Origin e Boeing per mandare equipaggiamento nello spazio. NASA lancia veicoli spaziali automatizzati tramite aziende private dalla fine degli anni ottanta e, di recente, lo ha fatto pé inviare personale a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. I programmi spaziali privati sono partner di NASA, non suoi sostituti.
Arthur C. Clarke scrisse Le fontane del paradiso, libro centrato sulla fattibilità di un ascensore spaziale agganciato a un cavo teso tra la Terra e una stazione spaziale in orbita geostazionaria. È un concetto che oggi riceve poca considerazione; che cosa ne pensi?
Gli ascensori spaziali sono una grande idea che non credo verrà mai realizzata. Pensiamo a questo fatto e alle sue implicazioni: un ascensore che salisse nello spazio dall’Equatore avrebbe una piccola ma non inesistente probabilità di essere colpito da un satellite in orbita (ce ne sono migliaia) o da un detrito spaziale (quasi un milione) nel giro di novanta minuti. Un impatto con uno qualunque di questi oggetti, che viaggiano a otto chilometri al secondo, danneggerebbe l’ascensore o taglierebbe il cavo. Per fare funzionare l’ascensore dovremmo ripulire l’orbita terrestre, cosa da fare comunque, e rinunciare ad avere satelliti in orbita.
Qual è stato il più importante progresso tecnologico nell’esplorazione spaziale dopo le spedizioni Apollo sulla Luna?
I nostri telescopi spaziali: Hubble, Chandra, James Webb, Kepler eccetera. I risultati di queste missioni hanno già riscritto più di una volta i libri di testo di astronomia e fisica.
C’è molta attenzione oggi verso la cosiddetta intelligenza artificiale. Sta portando benefici all’esplorazione spaziale? Se non ora, potrebbe farlo in futuro?
È ancora tutto da capire e non è il momento per dare giudizi o fare previsioni.
A scoprire il Nuovo Mondo furono marinai coraggiosi; l’Australia venne colonizzata da ex detenuti, la storia degli Stati Uniti comincia con i Padri Fondatori. Chi saranno i colonizzatori della Luna?
Inizieranno astronauti in ottime condizioni fisiche ed esperti di tecnologia. Poi arriveranno i turisti e, più turisti arriveranno, più aumenteranno le chance di visitare la Luna per una persona ordinaria. Nel frattempo si svilupperanno i servizi e i prodotti indispensabili alla vita sulla Luna, dai medici agli idraulici. Sono ottimista e credo in una prosperosa economia spaziale che porrà le proprie radici lungo i prossimi decenni.
Questo articolo richiama contenuti da In viaggio tra le stelle.