Mentre a Parigi, alla riunione dei G8 convocata per discutere come fermare i crimini informatici, il presidente della repubblica francese, Jacques Chirac, chiede “uno stato di diritto internazionale, un quadro giuridico universale in misura al carattere mondiale di Internet”, il Global Internet Project (GIP) presenta i 10 comandamenti della sicurezza su Internet.
Infatti, un documento del GIP, che raggruppa gli industriali del settore, pubblicato in occasione del G8, invita i governi a governare e il settore privato a prendere l’iniziativa della lotta contro i problemi di sicurezza sulla Rete.
Il documento è indirizzato prioritariamente alle imprese e ai governi.
Dopo aver identificato chiaramente i differenti tipi di attacchi informatici e le loro conseguenze (virus, intrusioni, blocco di servizi, ecc.), il GIP ha presentato due liste di raccomandazioni, una in 13 punti a uso delle imprese, l’altro in 9 punti per i governi.
Insomma, una specie di Mosè che torna dal monte con le tavole dei 10 comandamenti, dopo aver parlato con Dio.
Se, infatti, invita i governi a essere d’esempio, li incita a rimanere un passo indietro.
“Se i governi sono chiamati in causa per i recenti casi di cyber attacchi e vogliono agire per sviluppare un Internet solido e sicuro per sostenere diverse applicazioni come l’e-commerce e il governo elettronico, devono resistere alla tentazione di proporre misure di regolamentazione”.
Secondo il GIP, la soluzione arriverà dal privato, che deve prendere l’iniziativa della lotta contro i problemi di sicurezza “perché la regolamentazione da parte dei governi nazionali non risolverà il problema globale, cosa che potranno fare le innovazioni e gli investimenti del settore privato”.