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Dai robot industriali ai robot ludici

04 Dicembre 2000

Dai robot industriali ai robot ludici

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A fine novembre a Yokohama, in Giappone, ha avuto luogo il Robodex 2000, un’esposizione interamente dedicata alla robotica. E come tutti i saloni che si rispettino, aveva un tema: gli …

A fine novembre a Yokohama, in Giappone, ha avuto luogo il Robodex 2000, un’esposizione interamente dedicata alla robotica.

E come tutti i saloni che si rispettino, aveva un tema: gli ASOBOT, ovvero i robot “da compagnia”.

I robot, infatti, non sono più unicamente oggetti utili. Ormai si devono considerare come amici, capaci di divertire i loro possessori: asobot, infatti, è una parola in cui “aso” vuol dire “giocare” in giapponese.

Al Robodex, i costruttori si sono fatti in quattro per presentare macchine capaci di interagire con gli umani. Sony (l’abbiamo già scritto) ha presentato il SDR-3X, un robot umanoide capace di danzare e di giocare a pallone.

Altri espositori, come Honda o Nec, hanno scelto di presentare modelli più “seriosi” e alcuni stand organizzati da università giapponesi hanno mostrato il livello raggiunto in questo campo dai ricercatori asiatici.

Ma il vero sviluppo nel settore avverrà con la commercializzazione prossima di robot capaci di assistere malati o persone anziane, funzionando come “telecomandi” mobili.

Potranno, infatti, controllare tutti gli apparecchi domestici e avvisare telefonicamente in caso di allarme.
La riconversione da robot industriali a robot domestici è dovuta in gran parte alla lentezza dei progressi nelle applicazioni industriali, malgrado i grandi investimenti.

Con i robot “ludici” i costruttori contano di recuperare una parte degli investimenti.
“I robot industriali hanno bisogno di tecnologie più avanzate – spiega Tatsuzo Ishida, della Sony – un robot da compagnia, invece, può cadere. Tutto quello che c’è da fare è rimetterlo in piedi”.

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