Computer Adventures, compagnia con base a Seattle, Washington State, sta curando il lancio di una serie di “cyber-camp” rivolti ai ragazzi tra i 10 e i 15 anni in vari Stati degli USA (California, Nevada, Arizona, Oregon, Washington). Quello conclusosi recentemente presso la University of California a Berkeley includeva un intero week-end da trascorrere imparando ad usare le aggiornate strutture high-tech dell’Università. In una di queste session, una dozzina di ragazzi (in gran parte bianchi e maschi) hanno realizzato pagine Web, costruito oggetti tridimensionali, appreso i rudimenti dei linguaggi di programmazione C++ e Java, e un’infarinatura di robotica.
Tali progetti si avvalgono di giovani insegnanti informatici disposti a viaggiare e generalmente reperiti online, con tariffe non proprio economiche (tra i 550 e i 785 dollari a settimana), ovviamente anche per via dell’inclusione di questi spazi “cyber”. Ma restano comunque inseriti all’interno delle comuni attività dei campi estivi: molta aria aperta, attività sportive, etc. Spesso anche in contrasto con i desideri dei ragazzi stessi, a detta dell’istruttore informatico australiano che ha curato i “cyber-camp” di Berkeley: “Se li lasciassimo stare, molti di loro trascorrerebbero anche 20 ore filate davanti al computer.”