Succo di Melone ha un nome quantomeno curioso. Ci spieghi di cosa si tratta?
Indubbiamente: l’idea era proprio quella, suscitare curiosità già attorno al nome (sappiamo quanto sia importante). Abbiamo scelto di andare in controtendenza rispetto ai siti con nomi brevi e che vogliono dire quasi nulla. Ci piaceva porre l’accento sull’italianità e su un termine dialettale: il melone, appunto, che è una metafora della testa, della “capoccia”. Succodimelone è quindi la spremitura creativa, una rete sociale per canalizzare e catalizzare le idee creative degli utenti.
C’era veramente bisogno di un’altra piattaforma per il social networking?
Secondo me siamo solo agli inizi, quindi c’è sicuramente spazio per migliorare le strade che abbiamo solo cominciato a intravedere.
Sembra finalmente che anche in Italia stia montando un certo fermento per quanto riguarda le iniziative web 2.0. Questo significa anche un pizzico di competizione in più. Che cosa ha di speciale Succo di Melone e quale pensi sia la molla che convincerà gli utenti ad utilizzarlo?
Prima di tutto la semplicità di utilizzo, l’usabilità. Sul tema delle interfacce si è detto e si dice tanto. Noi abbiamo voluto dire la nostra, proponendo un nostro punto di vista che potrete provare sul sito. Il secondo tratto distintivo è il porre l’accento sull’idea e non sul tipo di contenuto (testo, audio, video, foto). L’utente è al centro e può pubblicare la sua idea a prescindere dal media creativo che ha scelto, con un’interfaccia finalmente unica per pubblicare qualsiasi contenuto. Inoltre, nonostante i molti social network nati (più che altro stranieri), ne mancava uno italiano specificamente dedicato al mondo dei creativi, degli artisti, dei visionari dei genialoidi, che tirano fuori idee creative nella vita di tutti i giorni. Per finire, in un solo portale mettiamo insieme la possibilità di pubblicare idee realizzate dagli utenti, ma anche la possibilità di tenere traccia delle idee trovate in giro o su Internet.
Mi spieghi concretamente che cosa posso fare come utente dentro Succo di Melone?
Succodimelone consente di pubblicare, con la semplicità e l’immediatezza di un blog, idee creative e innovative realizzate dagli utenti o trovate su Internet. Le idee possono essere formate da: testo (un articolo, una poesia, un racconto, il codice di un programma…), immagini (una foto, un’illustrazione, un quadro…), video (la preview di un corto, uno spot, un video girato col telefonino…), documenti (un progetto, un brevetto, una presentazione…).
Il cuore del sito è il My SdM, il proprio spazio personale visibile agli altri utenti, nel quale sono archiviate tutte le idee pubblicate dall’autore. Essendo poi un social network, l’utente ha tutti gli strumenti per creare la propria rete di amici, osservare le idee da loro pubblicate, votare/commentare e richiedere i contatti di un utente che ritiene particolarmente interessante eccetera. Il sistema fornisce un indice di interesse delle idee, una sorta di classifica che si aggiunge alle altre che abbiamo implementato.
Oltre alla pubblicazione delle idee realizzate finora descritta (area L’Ho Fatto, una funzionalità importante è quella di riportare una news o un’idea da un altro sito (area Ho Trovato!). Funzioniamo quindi anche come un sistema di social bookmarking delle idee.
Succo di Melone aiuta anche gli utenti a realizzare le proprie idee?
Più che un aiuto diretto, che attualmente non è previsto, offriamo agli utenti la possibilità di lavorare a più mani su un’idea. Attraverso la pubblicazione privata di un’idea, l’utente può condividerla con un gruppo ristretto di amici che parteciperanno insieme a la creazione dell’idea stessa, in termini di commenti, contributi, materiale. Un passo in più verso l’obiettivo di essere “social”.
Da chi è composto il gruppo e quali passi sono stati necessari al lancio da un punto di vista tecnologico e della comunicazione?
L’idea-base e il team creativo che si è costituito subito dopo era composto da Claudio Vaccaro (il sottoscritto, product manager), Daniele Florio (web engineer & developer), Roberto Altomare (graphic designer), Saverio Conte (db architect) e Adriano Rando (account manager). L’interfaccia utente in termini di requisiti e le strategie di comunicazione sono state decise soprattutto da me, l’enorme lavoro di sviluppo (fatto tutto “in casa”) è stato portato avanti in particolare da Daniele Florio (conosciuto come Gizax sul web).
Quanto costa in soldoni (e ore di lavoro) mettere in piedi un sistema come Succo di Melone. È possibile avere forti benefici sfruttando piattaforme open source?
Noi complessivamente ci abbiamo messo circa 6 mesi di lavoro (analisi, brainstorming e litigate escluse). Per quanto ci riguarda, grazie alle piattaforme open source e alla nostra scelta di non esternalizzare gli sviluppi, il costo è quantificabile solo in termini di ore-uomo spese. Ricercando lo stesso risultato con un’agency esterna, i costi sarebbero stati semplicemente insostenibili, visto che non avevamo capitale. Inoltre, dando in outsourcing lo sviluppo, hai minor controllo sul risultato e minor libertà di modificare requisiti che possono anche evolversi nel tempo. Per noi è partita così, come una sfida e una passione. Ora ci misuriamo a testa alta con i competitor, fieri del risultato ottenuto e in attesa della risposta del pubblico.
In altre interviste di questa serie si è parlato molto di modelli di business e di passione, quasi fossero in contrapposizione. Secondo te, da dove si parte e cosa serve per arrivare a lanciare in Italia un progetto web 2.0 in grado di autosostenersi?
Per noi è partito tutto dalla passione. L’ovvio sogno nel cassetto è di guadagnare proprio da quello che per noi è più stimolante e divertente, ma non credo esista un discorso “fare soldi” a prescindere. Guadagnare (anche molto) non ci fa ribrezzo, ma vogliamo farlo con quello che ci appassiona di più. Internet è sempre stato un interesse preminente. Quando si è cominciato a intravedere che il web poteva essere progettato in maniera più vicina all’utente (leggi: il Web 2.0) l’interesse si è ingigantito e non potevamo fare altro che buttarci in quest’avventura. Per il semplice fatto che il web 2.0 non è nient’altro che il vero modo di fare web. Potremmo dire che il cosiddetto Web 1.0 è stato una sorta di “beta”, di prova generale. Ora siamo entrati in una fase diversa, quella in cui si può spiccare il vero salto qualitativo. Se mi chiedi le evoluzioni in senso economico, direi che anche in Italia iniziano a crearsi spazi per guadagnare: la nostra idea è naturalmente quella di dare all’utente un servizio che è disposto prima di tutto ad utilizzare, eventualmente a pagare per prestazioni “pro”.
Quali sono le vie di monetizzazione che intendete mettere in campo? Puoi raccontarci qualcosa?
Dare servizi che altri non danno o darli più usabili: questa è la base. Quando l’utente si abitua ad usare quanto offri perchè funziona, allora puoi creare servizi ad hoc più potenti e mirati, naturalmente a pagamento (esempio: account Pro di Flickr). Alla pubblicità tipo AdSense credo poco per il semplice fatto che ormai l’utente medio sa che quelli sono annunci pubblicitari e inizia, dati alla mano, a cliccare sempre meno. Altro tema è il sempre maggiore interesse degli utenti a essere visibili. Alcuni sono disposti a pagare per il semplice fatto di essere posizionati in evidenza in un determinato ambiente (emblematico il caso di Second Life). Noi punteremo anche su questo. Infine il discorso integrazione con mobile, che indubbiamente può avere grossi margini a patto di dare servizi che offrano un vero valore aggiunto all’utente.
Perchè non partire direttamente su un mercato grande e in crescita come quello americano? È già possibile creare iniziative capaci di sostenersi da sole in Italia?
Perchè non sappiamo l’inglese. Ovviamente scherzo: è stata una scelta se vuoi discutibile ma ragionata. Per noi l’Italia è un mercato ancora vergine, una nicchia da esplorare e secondo me c’è una domanda di piattaforme più “italiane”. Poi se mi chiedi le nostre prossime mosse, ti rispondo che l’intenzione è di lanciare a breve una versione international di Succo di Melone. Potremmo indire un concorso 2.0 per trovare il nome. Sul fatto che sia possibile o meno avere successo in Italia con queste iniziative: ci sono ancora pochi business case per saperlo con sicurezza, quindi l’unica possibilità di saperlo è provarci!
Ma qui da noi manca qualcosa? È solo una questione di tempo o ci spetta un ruolo più attivo nel migliorare la consapevolezza sulle nuove prospettive introdotte dal web 2.0 da parte del sistema Italia?
Dobbiamo fare gruppo. Condivido tutte le iniziative che vanno nella direzione di spingere il confronto tra chi si occupa di Web 2.0 (forum, convegni, barcamp) senza aver paura della concorrenza. Bisogna avere quella massa critica e quella qualità necessaria per farci puntare gli occhi addosso, generare interesse anche di medio-grandi investitori, ad esempio. Io ho una grande fiducia. Il fenomeno (ma non mi piace assolutamente questo termine) web 2.0 esploderà anche in Italia e genererà business. Ne sono certo.
Avete già altre idee per l’evoluzione di Succo di Melone?
Quanto tempo hai?Ho già una bella lista, ti anticipo le principali: un’ulteriore spinta verso il “social” e la condivisione con la creazione di gruppi creativi tematici; il lancio di servizi a valore aggiunto convergenti con il mondo mobile (ad esempio votazione di idee via cellulare, lettura delle ultime idee pubblicate, la notifica con Sms, Mms ecc., che ha come contraltare il tema economico dei micropagamenti); infine il lancio della versione internazionale, come ti ho anticipato.
Per finire, quali sono i risultati che vi aspettate da Succo di Melone nel giro di qualche anno? Avete altri progetti nel cassetto?
Fammi dire una cosa a cui tengo molto: Succo di Melone nasce anche perchè crediamo fortemente nella creatività e nell’innovazione, come motore della società. L’Italia è un popolo di creativi, ma molto spesso queste energie non vengono espresse o vengono mal indirizzate. L’ambizione è quella da un lato di “smuovere” questa energia creativa disponibile, dall’altro di diventare un punto di riferimento, un “polo” d’attrazione per tutti quelli che non si accontentano di vivere senza inventarsi qualcosa, senza esprimersi. È chiaro che la Comunicazione, quella con la C maiuscola, è la base di tutto. Infatti abbiamo anche intenzione, una volta raggiunta una buona base di utenza, di organizzare iniziative nel mondo reale: mostre, convegni, esposizioni, installazioni e chi più ne ha più ne metta, coinvolgendo gli autori presenti su Succo di Melone.