Nel settembre scorso, in occasione del CC Global Summit di Varsavia, l’ente no profit Creative Commons (CC) ha annunciato l’apertura di un dibattito pubblico sulla nuova versione 4.0 delle ormai famose licenze, che nelle intenzioni dichiarate dovrà mostrare sostanziali differenze rispetto alle versioni precedenti.
Gli aspetti su cui si intende focalizzare gli sforzi sono cinque:
- internazionalizzazione del set di licenze promuovendo il lavoro di porting presso la fittissima serie di progetti locali
- massimizzazione dell’interoperabilità e della compatibilità tra le licenze CC e altre licenze, con lo scopo di promuovere standard condivisi e arginare la proliferazione di licenze
- ottica di lungo periodo, per anticipare il più possibile le nuove sfide poste dalla nuove tecnologie
- possibilità di utilizzo nei campi degli opendata e della Public Sector Information, della produzione scientifica, e della didattica
- mantenimento e supporto delle licenze precedenti e degli strumenti connessi
In effetti, nei miei tre mesi come research intern presso la sede centrale di CC, un anno fa avevo già presagito che il passo verso le 4.0 sarebbe stato un passo importante. E non vi è dubbio che questi cinque temi siano da tempo percepiti come i punti nodali per il licenziamento di contenuti creativi e dati.
La fase attuale di consultazione pubblica (basata sulle mailing list ufficiali di Creative Commons e tutt’ora aperta) ha fatto intanto emergere ulteriori spunti che i vertici di CC dovranno sicuramente prendere in considerazione. Salvo slittamenti, la tabella di marcia prevede che un primo draft venga pubblicato tra febbraio e marzo 2012.
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