È la prima cosa che consultiamo ogni volta che dobbiamo partire per una vacanza o, più semplicemente, raggiungere un posto mai visto prima. Apriamo Google Maps, scendiamo in strada con Street View, geolocalizziamo lo smartphone, così da prendere confidenza con la geografia di un luogo dove non siamo mai stati. Ma come vedremo tra poco, non abbiamo inventato niente di nuovo…
Facciamo un salto nel tempo e arrivamo al 3 maggio 1814. Napoleone arriva per la prima volta all’Isola d’Elba e, sorpresa, conosceva già a menadito i luoghi del suo esilio. Già, perché da eccellente stratega quale era, aveva iniziato i suoi studi sulle rilevazioni topografiche ben prima della sua abdicazione a Fontainebleau, grazie all’aiuto del suo ufficiale cartografo Louis-Albert Guislain Bacler d’Albe. Intuì con dieci anni di anticipo quanto l’Elba fosse il territorio strategico ideale per il controllo dei movimento nel mar Mediterraneo. Rispondeva inoltre anche alle sue esigenze del momento, ovvero essere isolato e allo stesso tempo trovarsi in una posizione di dominio.
Anche il mondo digitale necessita di una sorta di carta geografica, così da trarre il maggior vantaggio dalla conformazione delle sue isole tematiche, ovvero le macrocategorie di interesse (travel, food, fashion e così via), e individuare di conseguenza la posizione dei loro abitanti, ovvero i nostri destinatari finali. Ecco un ottimo planisfero qui sotto.
Nel suo ultimo libro Sulle mappe – Il mondo come lo disegniamo, Simon Garfield ci ricorda che nel dicembre 2010 Facebook pubblicò una rappresentazione del mondo sbalorditiva, generata dalle connessioni di Facebook, un mappamondo disegnato simultaneamente da 500 milioni di cartografi. Già, perché sembra che uno degli stagisti, Paul Butler, aveva pensato bene di prendere latitudine e longitudine degli utenti e le aveva collegate con le coordinate dei rispettivi amici. Quel che ne venne fuori non erano confini digitali, bensì relazioni tra persone in carne e ossa. Ecco che secondo Garfield questo divertissement ha trasformato la mappatura geografica più di ogni altra innovazione avvenuta in secoli e secoli di storia della cartografia.
Dal reale all’immaginario il passo è breve. Basta dare un’occhiata allo scrigno di tesori di MapLab, dove è stato segnalato anche il giovane prodigio della cartografia di mondi immaginari Jonathan Roberts. Fondatore di Fantastic Maps quello che gli viene meglio è fare world building, ovvero costruzione di mondi. Il suo è una sorta di manuale con tanto di istruzioni dettagliate per chi voglia disegnare un’isola deserta – virtuale – dove rifugiarsi. Non per niente, tempo fa, Jonathan è stato incaricato di realizzare le mappe ufficiali di Game of Thrones.
Bonus extra per fantasticare online questa estate: il sito di Jonathan Crowe. Ecco il suo, tra piantine reali e di finzione. Buon viaggio.