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Costruire un sito comunicativamente efficace: il grafico strutturale

07 Febbraio 2002

Costruire un sito comunicativamente efficace: il grafico strutturale

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È indispensabile rilevare come in qualunque atto comunicativo, compreso quindi anche la trasmissione di messaggi attraverso un sito Internet, Emittente e Destinatario abbiano uno dell'altro un'immagine, da loro stessi costruita, che viene man mano modificata e alla quale viene attribuita una certa rilevanza in quelli che sono i comportamenti comunicativi.

Quindi, secondo i dettami della Net Semiology, prevedere il proprio navigante modello, quello che ci immaginiamo visiterà il nostro sito, è un lavoro preliminare indispensabile. Così, volendo costruire un sito, perciò innescare un processo comunicativo con il nostro navigante modello, bisogna definire le basi della comunicazione ipertestuale.

La prima operazione a cui occorre accingersi al momento della progettazione di un sito web o di un portale è la definizione del grafico strutturale, della flow-chart. In tale documento dovranno essere organizzati i contenuti che si intende presentare nel sito Internet. È questa una operazione indispensabile al team: grazie a tale lavoro propedeutico tutti i componenti del gruppo di realizzazione, dai grafici, ai programmatori, ai redattori web, sapranno su quale genere di sito stanno lavorando e potranno più facilmente prendere decisioni riguardo l’utilizzo di un layout grafico anziché di una particolare funzionalità che potrà avere il sito in oggetto.

La struttura dell’ipertesto indica quindi le caratteristiche di navigazione, le modalità di fruizione dei contenuti e delle informazioni presenti nelle pagine che si stanno navigando. Partiamo dal presupposto che l’ipertesto si può dividere generalmente in due macrocategorie che sono aperto e chiuso.

Si dicono aperti gli ipertesti costruiti per essere modificati dai naviganti, favorendone al massimo grado l’interazione e l’intersezione di nuovi contenuti. Si tratta per lo più di un genere tipico dell’infanzia del Web, in cui si ipotizzava che questa nuova modalità di comunicazione, l’ipertesto, appunto, oltre a divellere per sempre la lettura consequenziale che aveva dominato per cinquemila anni, avrebbe effettivamente creato i presupposti per la libera espressione di tutti e la perfetta interazione/integrazione di contenuti da parte dei naviganti che divenivano essi stessi, contemporaneamente anche Emittenti.

Il tempo ha dimostrato che si trattava solo di una utopia e quindi, attualmente, sul Web sono presenti architetture ipertestuali chiuse, ovvero stabilite dall’emittente e solo da esso modificabili.

Secondo la Net Semiology la struttura dell’ipertesto può essere di vari tipi:

ad albero, quindi gerarchica, con una home page da cui nascono macroaree che si dividono in aree e a loro volta in microaree di importanza sempre minore ma in cui l’argomento viene per così dire sviscerato in vari livelli.

Questo genere di struttura è la più comune, quella che viene più frequentemente utilizzata dai progettisti web a causa della semplicità ad organizzare le informazioni a livelli gerarchici. È senza dubbio la più adatta nella costruzione di siti istituzionali, che abbiano necessità di presentare ai propri naviganti informazioni ordinate per importanza e per offrire un maggior approfondimento. Tale struttura denota ordine, completezza, autorevolezza. Produce comunicazione di affidabilità, impegno, sobrietà, solidità;

ad album, con elenco dei prodotti e delle relative immagini.

Tale struttura viene utilizzata principalmente da quelle aziende che intendono utilizzare le pagine web come un catalogo virtuale dei propri prodotti. La comunicazione prodotta denota praticità, varietà, spirito commerciale, amichevolezza, informalità ma completezza dell’offerta proposta;

ad atomo o sistema solare, ovvero costituita intorno ad un nucleo centrale da spazi tra loro equivalenti ma con funzioni comunicative diverse rispetto al nucleo principale. In questo caso l’importanza della home page è minima.

Questo genere di struttura è correttamente utilizzato da chi vuole realizzare un sito dedicato a comunità di giovani, in cui non si vuole dare l’idea della gerarchia ma della parità e dell’uguaglianza, istituendo rapporti amichevoli ed informali;

a puzzle, ovvero senza alcuna strutturazione gerarchica dei nodi, tale per cui ognuno di essi può essere l’approfondimento di un altro.

Tale scelta denota una comunicazione che vuole inviare ai suoi naviganti modello l’idea di essere libera da vincoli, controcorrente, sperimentale, underground, giovane, ribelle ed innovativa. È questa una strutturazione poco usata a causa della difficoltà ad organizzare i contenuti in modo, per così dire, anarchico, senza tuttavia rendere la navigazione troppo complicata;

A delta, che è una variante della struttura ad albero, in cui però i livelli non vanno molto in profondità e sono asimmetrici tra loro a seconda dell’importanza o specificità di un argomento.

È il caso dei siti monotematici di piccole dimensioni che devono presentare un prodotto o un avvenimento ma non hanno l’esigenza di entrare nel dettaglio per ogni sezione del sito. Un esempio è rappresentato dal sito Netsemiology.

Infine vi è la struttura a finestra, quando i singoli nodi contengono elementi appartenenti ad altri nodi più ampi sullo stesso argomento.

Questa è la tipica struttura usata dagli storyboard, quindi più creativa, immaginifica ma scarsamente utilizzata dai siti attualmente online.

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