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Così stiamo passando al VoIP

14 Febbraio 2006

Così stiamo passando al VoIP

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Apogeo sta sperimentando in prima persona le opportunità e le difficoltà legate al passaggio dalla telefonia tradizionale al VoIP. Quella che comincia oggi, in quattro puntate, è una sorta di case history su noi stessi, raccontata in prima persona dalla persona che sta studiando la migrazione per noi

Ho seguito il VoIP quasi sin dalla sua nascita, fin da quando si è presentato sulla Rete con InternetPHONE di Vocaltec, il papà di tutti i sistemi di comunicazione audio su Internet. Era l’anno 1996, e a quel tempo avevo iniziato anche a navigare in Rete; era tutto un po’ più complicato di oggi, d’altronde era un mondo tutto nuovo e c’era il piacere della scoperta giorno per giorno. Ero interessato alla comunicazione via Internet oltre che per curiosità anche per necessità: la sorella di mia moglie, nonché mia cognata, viveva e vive a Boston, negli Stati Uniti. Comunicare con il telefono era sempre un problema per via dei costi; l’allora monopolista Telecom Italia faceva pagare 918 lire/minuto, equivalente a 47 centesimi di euro, più lo scatto alla risposta. Era un bel pagare.

InternetPHONE permetteva comunicazioni da Pc a Pc, e non era ancora possibile chiamare i telefoni fissi, però la stampa specializzata già ipotizzava la possibilità di chiamare i normali telefoni dal computer. Intanto durante un viaggio di lavoro a Toronto in Canada, nel Dicembre del 1996, trovai in un negozio specializzato un nuovo software sempre di Vocaltec: Internet VoiceMail. Serviva per inviare messaggi di posta con allegati messaggi vocali; certo era un modo di comunicare in differita, non in diretta, comunque poteva tornare utile.

Passano i mesi, e nel 1998 trovai un sito americano dal nome interessante, Net2Phone, che affermava di essere in grado di comunicare da Pc a telefono a costi molto contenuti. Il sistema non era tra i più semplici: fatta la registrazione e ricevute le due parole riservate, si costituiva un credito pagandolo con la carta di credito, quindi dal sito si richiedeva la linea, una voce chiedeva i codici personali, se questi erano riconosciuti la stessa voce proponeva di immettere il numero di telefono, quindi si attendeva con trepidazione che il telefono chiamato squillasse. La qualità era appena accettabile, ma, non dimentichiamolo, si pagava solo una frazione di quanto Telecom chiedeva allora. Quindi andava più che bene.

Dopo Net2Phone, a cavallo tra il 1999 ed il 2000, nacquero molte VoIP Company con programmi e obiettivi ambiziosi; tutte offrivano telefonia da Pc a Pc e da Pc a telefono, e per le chiamate su linea tradizionale non si pagava nulla. Nelle buone intenzioni delle VoIP Company tutto doveva essere pagato dalla pubblicità, che da lì a poco tempo sarebbe cresciuta enormemente. Ma non successe. Crebbero le chiamate verso i telefoni fissi, e finalmente mia moglie poteva comunicare con Bostona costo zero, sembrava un sogno che bruscamente si interruppe nel 2001. Le VoIP Company americane, che costituivano la maggioranza, fallirono una dietro l’altra, e solo alcune, le più solide, furono in grado di reggere la marea dei costi e dei debiti che si stava abbattendo su di loro. Ne sopravvissero poche.

Tecnicamente la qualità della comunicazione era migliorata, i Pc erano più potenti rispetto al 1996, la connessione ad Internet aveva raggiunto il massimo delle prestazioni con i 56 kbps, e i costi di collegamento erano in discesa. DialPad, Mediaring, PhoneFree, 4ecalls, Visitalk, le italiane Picus e ChocoPhone, sono solo alcuni dei nomi che sono nati e cresciuti in quel periodo, segnando in modo deciso il cammino del VoIP per gli anni successivi.

Nel 2004 le prime connessione Adsl vengono installate, e con una progressione impressionante nel volgere di pochi anni passiamo dall’oramai connessione lenta da 56 kbps a oltre 4 Mbps, per arrivare ai 10 Mbps della fibra ottica di Fastweb.

Da un po’ di anni utilizzo l’americana iConnectHere per chiamare gli Stati Uniti a costi contenuti, 3/4 centesimi di euro al minuto, con una qualità accettabile e sempre con una connessione dial-up. La tecnologia corre, e nel marzo del 2005 leggo un articolo sulla telefonia IP: parla di chiamate senza Pc e di qualità del tutto analoga al telefono fisso. Resto colpito, decido di procurarmi un telefoni IP della GrandStream, ma non lo posso provare perché dove vivo non c’è l’Adsl. L’occasione buona si presenta lo scorso giugno, quando per lavoro devo andare per quattro settimane proprio a Boston. In valigia metto il telefono IP da poco acquistato e mai provato.

A casa da mia cognata metto su una piccola rete locale formata da router e modem, il collegamento è attraverso il cavo della televisione, molto comune in quel paese. Passo un po´ di notti per cercare di capire come configurare il telefono, di quali informazioni ha bisogno, dove trovarle, e come dargliele. Alla fine riesco ad ottenere la connessione sempre con l’americana iConnectHere, con cui ho già un credito aperto per le chiamate da Pc a telefono; il sistema funziona, la qualità è ottima, e dopo un po’ mi dimentico che sto impiegando un telefono IP.

Prima di tornare a casa faccio un piccolo regalo a mia cognata: compro un HandyTone 286 della GrandStrem, un adattatore di dimensioni contenute, a cui collegare un telefono tradizionale cordless. Apro un account con Messagenet, e mi faccio assegnare un numero di rete tradizionale col prefisso 011 di Torino; spiego a mia cognata brevemente come funziona, e lei afferra subito l’utilità. Oggi ci sentiamo spesso, pagando meno di 2 centesimi al minuto con la qualità del telefono tradizionale: nessun eco, nessun rumore di fondo, linea stabile, qualità ottima, e nessun Pc.

In tutti questi anni ho raccolto materiale sul VoIP, e parte delle serate del 2005 le ho spese scrivendo e abbozzando capitoli su questo interessante sistema di comunicazione, finché mi convinco e faccio il grande passo: scrivo alle case editrici proponendo un progetto editoriale sul VoIP. Apogeo è la prima a rispondermi, ci incontriamo, discutiamo, concordiamo su come procedere; poi in chiusura arriva la proposta: realizzare una rete VoIP in Apogeo, con telefoni IP e con Pc equipaggiati di software adeguato, come Skype o simili. Accetto: la proposta è molto interessante perché mi permette di mettere a confronto due diverse filosofie, telefonia IP e telefonia Pc, e perché permette di ragionare e lavorare su una realtà aziendale diversa dalla solita, formata da uno o due telefoni IP.

Nel prossimo articolo entreremo nel vivo del progetto.

L'autore

  • Maurizio Parrino
    Maurizio Parrino è un ingegnere nucleare che ha lavorato nel settore aerospaziale e autoveicolistico. Da anni risiede in India dove prosegue la sua attività nel campo automotive per una società multinazionale. Da sempre curioso e attento agli sviluppi dell’informatica, ha acquisito una profonda conoscenza dei protocolli e delle architetture di rete, realizzando diverse soluzioni VoIP.

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