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«Così costruiamo l’Amazon dei ristoranti»

22 Gennaio 2007

«Così costruiamo l’Amazon dei ristoranti»

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L'indagine di Apogeonline nel mondo degli sviluppatori italiani del web 2.0. A colloquio con Marco Palazzo e Stefano Massimino, ideatori di 2Spaghi. Come funziona, dove sta andando e come intende crescere il servizio tutto italiano di raccomandazione dei ristoranti. In attesa di finanziatori, l'obiettivo è l'Europa

In questo primo incontro parliamo con 2Spaghi, una delle iniziative più fresche e originali del panorama italiano web 2.0. Si propone di rivoluzionare il modo in cui scoprire e scegliere ristoranti online. Marco Palazzo e Stefano Massimino, facciamo le presentazioni: come siete arrivati a lavorare insieme a 2spaghi?

Marco Palazzo: Laureato in Economia nel 1997 a Milano, ho insegnato per un anno per poi passare a un’esperienza di un paio di anni in una società di consulenza, dove ho iniziato a sviluppare i primi progetti di web marketing. Questo mi ha permesso di entrare a fine ’99 in Matrix e lì, dopo poco più di un anno, ho conosciuto Stefano.

Stefano Massimino: Terminato il liceo scientifico ho provato la carriera universitaria con scarso successo. A Palermo ho quindi iniziato la mia prima esperienza Internet con un Isp locale. Da li poi è stata un’escalation: ho cambiato diverse società fino ad approdare in Matrix, dove ho incontrato Marco, con la mansione di Web Designer Senior.

Perchè avete fondato 2spaghi? Da dove è venuta l’idea e quale bisogno degli utenti intendete colmare?

MP: 2Spaghi è nato durante una conversazione a tavola in un ristorante. Parlavamo di come fossero interessanti le nuove iniziative che stavano per essere sviluppate negli Stati Uniti tipo del.icio.us o Digg, e ci siamo detti: pensa che bello avere a disposizione un sito che ti suggerisca ristoranti nuovi e di tuo gusto, senza doverli prima provare personalmente e in base alle preferenze che dichiari di avere. Stefano si occupa di sviluppo e di tutta la parte tecnica, io curo l’aspetto di prodotto e il marketing.

2Spaghi è quello che in gergo tecnico viene detto un recommendation engine per ristoranti in italia?

MP: Esatto. L’aspetto che ci intrigava di più era proprio l’algoritmo di suggerimento automatico (che abbiamo sviluppato per primo), ma che non abbiamo ancora lanciato.

Che finalità avrà l’algoritmo? in che modo contribuirà a migliorare l’esperienza utente?

MP: L’algoritmo proporrà un ristorante in base ai gusti di ciascun iscritto, sfruttando i contributi di tutti gli altri utenti che hanno espresso preferenze simili. Un “qui vai a botta sicura”.

SM: Tenendo conto anche di parole chiave e punteggi assegnati.

Un’Amazon del ristorante?

MP: Amazon è stato sicuramente un punto di riferimento. Per ora il nostro algoritmo tiene conto solo dei preferiti, ma potremmo migliorarlo prima del lancio.

Qual è secondo voi il significato più forte di web 2.0? In che modo questo messaggio è realizzato in 2Spaghi?

SM: A mio avviso la possibilità di condvidere contenuti e allo stesso tempo di generarli è sicuramente un motore trainante del web 2.0.

Un web bidirezionale in cui i protagonisti sono finalmente gli utenti?

SM: Sì, un web fatto dagli utenti per gli utenti.

MP: L’aspetto sociale del web 2.0 è alla base di quello che vogliamo fare su 2Spaghi per i primi mesi del 2007; su questo punto dobbiamo ancora lavorare. Per esempio gli SpagoFriends potranno interagire tra loro e magari anche incontrarsi a cena.

A questo proposito quale è stata la risposta degli utenti italiani? Quali sono le prospettive di crescita a vostro avviso?

MP: Parte dello sviluppo prodotto di 2Spaghi è fatta dagli utenti stessi tramite la SpagoLista, una sezione in cui è possibile proporre idee di prodotto che noi poi sviluppiamo. La risposta in generale è stata molto positiva: tante proposte, complimenti, suggerimenti su come migliorare.

Che cosa potete dirmi riguardo all’inserimento di contenuti da parte degli utenti? Sul web si parla spesso della regola dell’1%, riferendosi al fatto che soltanto una piccola percentuale degli utenti effettivamente crea contenuti, mentre la parte più grande si limita a trarre benifici da questi contributi.

MP: Il paradigma del web 2.0, quello dell’1-10-100, è rispettato in pieno su 2Spaghi. Abbiamo tenuto una presentazione al primo Barcamp a Milano parlando anche di questo. Dovremmo rifare quelle analisi per vedere se è cambiato qualcosa, ma credo di no.

Puoi riassumere quali sono secondo voi le modalità per coinvolgere il più possibile gli utenti? In altri termini come si si crea valore per gli utenti?

SM: Un’indicazione importante è secondo me rendere disponibile il sistema su diverse piattaforme o device. Renderlo accessibile dovunque e in qualunque momento.

Un 2spaghi disponibile anche sui cellulari, mentre si è per la strada alla ricerca disperata di un ristorante di qualità nelle vicinanze?

SM: Sì, questo è un esempio importante. Un’altra funzionalità che abbiamo appena messo in campo è la possibilità di salvare i ristoranti preferiti sul navigatore, così da avere con sè una lista sempre aggiornata.

MP: Anche l’aspetto edonistico del web va messo in risalto. Molti utenti scrivono e contribuiscono per l’autogratificazione che questo comporta. Per questo stiamo anche pensando a vie per mettere in risalto coloro che contribuiscono maggiormente. Nel 2007 lanceremo la possibilità di votare o commentare in mobilità (via sms, per esempio) e di ricevere raccomandazioni sui ristoranti disponibili nei dintorni.

Riassumendo, i piani per il 2007 riguardano un’impronta sociale più forte e l’indipendenza dal dispositivo di accesso. Altre idee su cui state lavorando per il prossimo anno?

MP: Dobbiamo lavorare sulla creazione di una community che generi contenuti ed essere bravi a sfruttare questi contenuti sui diversi media. In questo senso stiamo iniziando a pensare a cosa potrebbe esserci all’interno di un miniformat web-tv legato a 2Spaghi(2SpaghiTV).

Potete darci qualche ulteriore anticipazione su questa idea?

MP: Stiamo pensando a come aggregare gli utenti per tipologia di interessi creando delle minitribù. Per ora il punto di partenza saranno mini interviste agli SpagoFriends che faremo durante occasioni particolari come il Barcamp o durante cene che organizzeremo per fare amicizia. Questo sarà il primo miniformat di 2SpaghiTV, per iniziare a tirare dentro gli users e renderli veri protagonisti.

Pensate sia vero che il web ed il web 2.0 stiano riducendo sempre di più le occasioni di incontro reale tra le persone? Sembra che 2spaghi possa essere al contrario un meccanismo per facilitare l’incontro anche dal vivo intorno ad un buon piatto di pasta.

MP: Penso sia assolutamente falso. Da quando ci siamo buttati in questa avventura abbiamo conosciuto un sacco di persone in meeting destrutturati, serate a cena, chat che sono poi diventate la scusa per un aperitivo. Per questo vogliamo iniziare a organizzare direttamente qualcosa, per poi dare tutti gli strumenti per rendere indipendenti gli utenti nella creazione di incontri simili.

SM: Come tutti gli strumenti dipende da come si usano. Io e Marco siamo dell’idea che non ci sia nulla di meglio di una bella spaghattata tra amici per stringere nuove relazioni. 2Spaghi deve servire anche a questo.

Questo ci rasserena. Mi sembra chiaro che per voi il web 2.0 sia principalmente un fatto sociale. È anche un discorso tecnologico? Quanto contano strumenti come Ajax, Rss, Ruby on Rails nella diffusione del web 2.0?

SM: Io sono per la tecnologia come mezzo non come vincolo. Lo svipuppo di applicazionioni web 2.0 non passa necessariamente da Ajax o Ruby.

Mi sembra un approccio molto corretto, in cui gli esseri umani vengono prima della tecnologia e non viceversa.

MP: Ajax e Ruby secondo me seguono in pieno la filosofia del web 2.0 in quanto “facilitatori” di un processo. Rendono tutto più immediato, più facile per l’utente, ma non devono diventare una moda del tipo: c’è Ajax quindi è 2.0, non c’è Ajax quindi non lo è.

Quanto le possibilità descritte sotto il termine web 2.0 stanno effettivamente cambiando le abitudini, il modo di consumare e cercare informazioni, il modo di decidere degli utenti? È davvero una rivoluzione? Quali esempi eclatanti potete darci?

MP: I feed Rss per me sono eccezionali. Hanno rivoluzionato la mia esperienza web. Non potrei tornare indietro. Penso poi ai blog. Io avevo un sito personale nel 1998-2000. Era una cosa complicata: dovevi usare un editor (perchè non so molto di Html), un client Ftp eccetera. Oggi i blog sono a prova di scimmia e non costano nulla.

Insomma un abbattimento delle barriere di creazione e consumo dei contenuti online?

MP: Forse più di creazione che di consumo, ma comunque una rivoluzione.

SM: È la condivisione dei contenuti la base di tutto.

Bene, ma si fanno soldi con il web 2.0? Come? E come pensate di farne con 2Spaghi?

MP: Questa conversazione si autodistruggerà in 5 secondi. Hai tirato in ballo il fantomatico modello di business. A parte gli scherzi, è dura. Questo lo abbiamo ben chiaro. Crediamo però che i soldi si possano fare con un mix di modelli. La pubblicità (che credo potrà coprire il 10-15%), il modello delle directory (inserzionisti che pagano, un altro 10-15%), il modello dell’editoria (sfruttamento dei contenuti generati dagli utenti su più media, pari al 50%) e i servizi a valore aggiunto per le aziende (della ristorazione, ma non solo; per il restante 20%).

A che tipo di servizi a valore aggiunto stai pensando?

MP: Per il mondo della ristorazione è facile: servizi per prenotazioni online, organizzazione di eventi, promozione verso la community di nuove aperture. Per le aziende esterne al mondo della ristorazione, pensiamo ad esempio a servizi di geolocalizzazione dei ristoranti con convenzione presso una certa azienda (su questo aspetto partirà a breve un progetto pilota). Inoltre, per quanto riguarda l’aspetto dello sfruttamento dei contenuti, dobbiamo pensare in termini di syndication di 2Spaghi verso aggregatori di contenuti.

Chi potrebbero essere gli aggregatori interessati a tali contenuti?

MP: Mi riferivo ai grandi portali internazionali. Siamo ambiziosi? Assolutamente sì. Detto questo, manca ancora un punto: la creazione di una costola di 2Spaghi che svilupperà progetti per il B2B, portandosi dietro l’esperienza derivata dalla creazione di un progetto web 2.0.

Credete però anche voi che ci siano forti differenze tra il mercato italiano e quello statunitense? Di che cosa sentite la mancanza? Quali sono i nostri punti di forza?

MP: Il mercato statunitense ha dei numeri che a dire 10 volte più grandi si rischia di non esagerare. Per questo l’approccio ai grandi aggregatori di contenuti ci può servire a espandere l’esperienza di 2Spaghi verso il mercato europeo, approccio che per noi è più credibile che far sbarcare 2Spaghi negli States. Si sente poi la mancanza di fondi, e fin qui dico una banalità, ma anche di occasioni di incontro e scambio di esperienze comuni.

A questo punto vi chiedo di dare un suggerimento concreto per la crescita del mercato italiano. Qual è il primo passo di cui abbiamo bisogno per crescere tutti insieme?

MP: Io credo che in Italia ci siano le persone (forse un po’ meno le infrastrutture) per creare un bel caso di successo Internet. Forse un grande evento per dare visibilità ai tanti talenti che si adoperano per la crescita dei progetti Internet web 2.0 può essere un buon inizio. Creare un progetto di ampio respiro, condividendo le risorse tra i protagonisti del web 2.0, può esserne un altro.

Secondo voi in Italia sono già presenti sufficienti comprensione del mercato, preparazione tecnica ed economica negli addetti ai lavori?

MP: Io credo che siamo sulla via giusta per crescere. Dobbiamo forse aver meno paura di metterci in gioco con qualcosa di grande. Indubbiamente c’è molto da lavorare, ma ci sono tanti punti di eccellenza che se opportunamente coordinati ed aggregati possono produrre qualcosa di importante. Bisogna ancora evangelizzare, far conoscere, diffondere la cultura di Internet. Dai politici agli industriali (anche quelli che lavorano in ambito Internet) c’è ancora una scarsa consapevolezza di quello che sta succedendo e di quali sono le opportunità del settore. Inoltre bisogna aiutare chi dispone di capitali ad investire sui progetti più promettenti.

Per concludere, come vedete 2Spaghi tra 5 o 10 anni?

SM: 5 e 10 anni su Internet sono 50 e 100 anni nella vita di tutti i giorni. Non andrei così lontano. Oggi vedo 2Spaghi come una grandissima opportunità non solo per noi che lo abbiamo pensato e creato.

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