Continua la guerra aperta tra la dirigenza del gruppo informatico HP e gli eredi dei fondatori, sul progetto di fusione con Compaq voluto fortemente da Carly Fiorina.
Walter Hewlett, figlio di William (nella foto insieme a David Packard e Gates), ha aperto le ostilità affermando che la fusione fallirà davanti agli azionisti se la direzione di HP si ostinerà a volerla realizzare.
“Esiste una forte probabilità che sarà respinta”, scrive l’erede che è anche membro del consiglio di amministrazione di HP, in un documento rimesso all’attenzione della Commissione americana per le operazioni di borsa (SEC).
Ognuno dei due gruppi non farà altro che “spillare soldi, alterare il morale dei lavoratori e seminare confusione tra i clienti se perderà tempo” – sono parole sempre di Walter Hewlett – a voler portare a termine il progetto.
Il matrimonio, annunciato a settembre, a per scopo di creare il più grande gruppo informatico dopo IBM, con un fatturato combinato di 87 miliardi di dollari.
L’operazione deve ancora essere approvata dagli azionisti di HP e Compaq, una consultazione che i due gruppi vorrebbero organizzare all’inizio del 2002, sentite anche le autorità per la concorrenza.
Le due famiglie dei fondatori hanno già fatto sapere che voteranno contro.
Per loro questo progetto è un azzardo soprattutto visti i problemi di Compaq, sempre più sollecitato sul mercato dei personal computer e perché si venderebbe l’anima al prezzo di migliaia di licenziamenti.
Gli eredi che hanno in mano le Fondazioni Hewlett e Packard, due organizzazioni non a fine di lucro e caritative dedicate alla memoria dei due fondatori del gruppo, detengono solo il 18 % del capitale, ma sono molto influenti presso gli altri azionisti.
Davanti alla ferma decisione di Walter Hewlett, che vuole mobilitare il resto dell’azionariato al suo fianco, la maggioranza del consiglio di amministrazione della HP è scesa in campo per difendere il progetto e sfidare le due famiglie.
E toccato a Richard Hackborn, uno dei “vecchi” all’origine del successo nel campo delle stampanti a sbattere la porta della Fondazione Hewlett dando le dimissioni dal consiglio di amministrazione.
La decisione di Walter Hewlett, che presiede il consiglio di amministrazione della Fondazione di fare campagna contro il progetto “è in conflitto con i miei sentimenti e quelli del consiglio di amministrazione di HP, perché la fusione rappresenta la miglior via” per il futuro.
E cerca di demolire anche l’ultima delle argomentazioni degli eredi: “Abbiamo un piano che camminerà, un piano che assicurerà solide attività e di conseguenza proteggerà gli impiegati”, accusando gli eredi di non proporre nessuna alternativa.