La Cina è, dunque, il paese che censura maggiormente la Rete, secondo uno studio pubblicato in questi giorni in cui si precisa che Pechino controlla i siti, i blog, la posta elettronica e i forum, alla costante ricerca di discussioni proibite circa argomenti politici “sensibili”.
OpenNet Initiative (ONI) afferma che il Governo cinese utilizza migliaia di persone per costruire un sistema “onnipresente, sofisticato ed efficace” di censura di Internet.
“ONI ha cercato di sapere a quale punto la Cina filtrava i siti dedicati ad argomenti giudicati sensibili dal governo cinese, ha così scoperto che il governo agiva in modo molto esteso”, si può leggere nello studio, pubblicato online sul sito dell’istituzione.
“I cittadini cinesi che provano ad accedere a siti Internet il cui contenuto riguarda l’indipendenza di Taiwan o del Tibet, il movimento Falun Gong, il Dalaï Lama, gli eventi di piazza Tiananmen, i partiti politici d’opposizione o diversi movimenti anticomunisti, vengono spesso arrestati”, proseguono gli autori dello studio, condotto congiuntamente dalle Università di Harvard, di Cambridge e di Toronto.
“La Cina ha oggi i sistemi tecnologici e giuridici di sorveglianza e di censura su Internet tra i più sviluppati ed efficaci del mondo”, ha dichiarato John Palfrey, uno dei responsabili dello studio, in occasione di un’udienza dinanzi al congresso americano. Una situazione allarmante, quindi, che preoccupa seriamente gli osservatori internazionali.