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Conciliare gli estremi

10 Settembre 2015

Conciliare gli estremi

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Il mondo digitale porta vantaggi, svantaggi, opportunità e conflitti. C’è chi cerca un impossibile compromesso e chi invece.

Il lavoro di Apple può piacere o non piacere; certamente in questi anni è impossibile ignorarlo. Lasciamo il dettaglio degli annunci di ieri al video, perché ci interessa la filosofia che essi sottintendono: conciliare gli estremi.
È un concetto che gli altri giganti della tecnologia non hanno mai abbracciato, né probabilmente colto. Windows 10 si propone come una soluzione unica per schermi da quattro pollici, quaranta, quattrocento, con applicazioni “universali” che dovrebbero funzionare su qualsiasi sistema da un PC di ultimissima generazione a uno smartphone economico. Più probabile che si tratti di grandi compromessi e non il meglio per ogni situazione. Conciliare gli estremi significa tentare il meglio per ogni differente contesto di uso, forse un principio più adatto a questi anni. Vediamo qualche esempio concreto.

Individuale o collettivo?

Banale ricordare Henry Ford, per il quale il consumatore poteva scegliere una Modello T in qualsiasi colore che fosse nero. Cento anni dopo Apple presenta un catalogo prodotti incredibilmente ristretto rispetto a quello, per dire, di una Samsung. È da pochissimo che gli iPhone tra cui si può scegliere, a parte i differenti tagli di memoria, sono più di tre o quattro.
Principio tranquillamente gettato alle ortiche nel caso di Apple Watch. Le combinazioni di cassa e cinturino disponibili al debutto erano quasi quaranta e ieri, oltre a WatchOS 2, sono state annunciate altre varianti possibili. Lo stesso iPhone deve andare bene per tutti, mentre ogni Apple Watch vuole essere diverso dagli altri. Conciliare gli estremi.

Trasparenza o privacy?

Siamo felici quando il computer da tasca ci indirizza alla pizzeria o al Bancomat più vicini a dove ci troviamo, e preoccupati che il dato della nostra geolocalizzazione possa finire nelle mani di un pubblicitario invasivo o, peggio, di un topo di appartamento interessato a sapere quanto siamo lontani da casa.
Apple costruisce apparecchi avidi di dati personali: Apple Watch misura il battito cardiaco del portatore, oltre che i suoi spostamenti, e trae conclusioni sulla salubrità del suo stile di vita in base agli incroci di questi dati. Al tempo stesso, Apple rifiuta di fornire all’FBI le conversazioni che transitano su iMessage con una motivazione talmente seria da sembrare uno sfottó: essendo iMessage un sistema di comunicazione cifrata, non è possibile fornire conversazioni a terzi neanche volendolo. Un altro esempio di conciliazioni degli estremi dove Google, per esempio, non brilla per trasparenza. Ieri Airstrip ha dimostrato un sistema pensato per il personale ospedaliero, dove Apple Watch è un terminale di comunicazione pieno di dati sulla salute dei pazienti, eppure sicuro e rispettoso della loro privacy come forse mai prima.

Invenzione o rielaborazione?

Talvolta Apple appare seguire a rimorchio la tendenza del mercato, come quando ha adottato su iPhone 6 schermi di grandi dimensioni in netto ritardo su tutta la concorrenza. Talvolta, come quando tutti costruivano netbook e a Cupertino mettevano a punto iPad, sembra in totale controtendenza.
La verità è che oggi paga conciliare gli estremi: iPhone 6S annunciato ieri sembra un classico esempio di miglioramento incrementale senza brividi, eppure il suo lettore di impronta digitale va a velocità doppia rispetto a prima e lo schermo touch ora riconosce l’intensità del tocco. D’altro canto, il nuovo iPad Pro ha uno stilo come optional: nessun problema a passare sopra il se vedi uno stilo, hanno sbagliato di Steve Jobs, quando si parla di un apparecchio con sette volte i pixel di un iPad originale e sul quale può funzionare AutoCAD 360. Innovazione dove sembrerebbe esserci solo evoluzione, studiare usi nuovi per sistemi di input che, nell’essenza, giravano su qualunque Palm Pilot quasi vent’anni fa.

Estremi che si conciliano

Più o meno riusciti o rivoluzionari, a volte controversi. Vivere di estremi vuol dire che non si deve piacere a tutti. Anche questa nozione conciliata, in modo inedito, con risultati di vertice per fatturati, profitti, capitalizzazione e indici di crescita.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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