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«Con Eolo dove non arriva l’Adsl»

29 Gennaio 2007

«Con Eolo dove non arriva l’Adsl»

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Ngi porta la banda larga in formato wireless nelle aree con problemi importanti di digital divide. Basta un'antenna sul tetto per ricevere le onde radio. Il progetto è già attivo in provincia di Varese, presto arriverà anche nel milanese e in Piemonte. Luca Spada, amministratore delegato della società, racconta com'è nato e come funziona

Entro oggi, salvo rinvii, sarà online il sito di Eolo: il primo progetto del provider Ngi per portare la banda larga tramite sistemi wireless nelle aree affette da digital divide. Le offerte sono già disponibili al pubblico, ma la cosa più interessante è che sono parte di un tutto in movimento. Un fenomeno che, a colpi di antenne e onde radio diramate sul territorio, potrebbe cambiare il modo con cui siamo abituati a pensare alla banda larga. Ne parliamo con Luca Spada, amministratore delegato di Ngi.

Luca, come nasce quest’idea? Ricordo che già un anno e mezzo fa parlavi di progetti wireless, ma solo ora hai tolto il velo alla tua creatura. Mesi dopo il lancio di servizi analoghi da parte di altri provider.

All’epoca erano solo idee, poi è arrivato il motivo che mi ha convinto a muovermi. Ed è stato un motivo di carattere personale: dove vivo, a Casciago (Varese), non arriva l’Adsl; ero riuscito a farmi portare una Hdsl, che funzionava però male. Mi ero messo in testa quindi di liberarmene e di trovare una soluzione alternativa, fatta in casa. Ma a parte questo, il wireless per me è sempre stata un’idea che ronzava in testa: e non per ragioni personali, ma di business.

L’utente e il provider che sono in te si mescolano spesso. Ma che cosa intendi?

Il mio sogno da sempre è di costruire una rete di accesso completamente svincolata da Telecom, dai suoi arbitri. Ngi non ha scelto la strada dell’unbundling perché in quel modo si resta comunque nelle mani di Telecom. Devi poggiarti sulle sue centrali, devi fare capo a Telecom per lavori, rilevamenti; devi pagarle l’elettricità per l’uso della centrale, l’affitto del doppino e altro ancora. Hai controllo sulla rete con il tuo Dslam che hai messo in centrale, ma passi sempre dalle forche di Telecom. Se hai problemi al doppino sempre da Telecom devi andare. L’unica cosa per emanciparsi è il wireless. Per arrivare a casa dell’utente senza scavare. Gli scavi, per costruire reti fisse alternative a Telecom, hanno infatti costi oltre l’esorbitante.

Come hai cominciato l’impresa, quindi?

Torno al caso personale: di fronte a me c’è una montagna; mi sono detto perché facendo un ponte radio non posso portare un po’ di sana banda prendendola da un mio cliente che è coperto? Ho fatto una triangolazione, tra me, il cliente e la montagna, ed eccomi a 24 Mbps. E poi mi sono detto: funziona; perché non offrire questa soluzione anche ai clienti? Abbiamo cominciato a giugno. Ora copriamo 170 comuni, 300.000 utenti potenziali tramite cinque tralicci e una ventina di antenne. Abbiamo già una sessantina di clienti, prima ancora di pubblicizzare questo servizio. La gente nel digital divide ha tanta fame di banda larga, poco ci manca che ti venga ad aspettare sotto casa.

Abbiamo ben presente la sensazione: soprattutto per un’azienda è frustrante perdere soldi perché ci si trova a competere con chi invece può contare sulla banda larga per i propri affari. Notiamo che 170 comuni è una bella copertura, rispetto agli altri progetti wireless che, come il tuo, non sono finanziati da fondi pubblici. Perché?

Il motivo è che finora hanno lanciato offerte wireless soprattutto piccoli provider ultra locali. I grandi sono pochi: Linkem (ex Megabeam), Multilink, Eutelia…

Già. Linkem e Multilink hanno fatto molto soprattutto vincendo bandi di concorso finanziati da enti pubblici.Ma quali sono i tuoi obiettivi di copertura?

Già siamo in provincia di Varese. Nel breve periodo, arriveremo fino a Milano. Poi ci estenderemo a est e a ovest. Intorno al Lago Maggiore, al Lago di Como. A ovest della Lombardia; a est fino a un pezzo di Piemonte. Ovviamente andiamo prima dove manca l’Adsl.

Quali tecnologie hai usato per la copertura?

Per l’ultimo miglio, Hiperlan2 (Ieee 802.11a) a 5.4 GHz, una frequenza liberalizzata. L’utente installa un’antenna sul tetto e da lì tira un cavo Ethernet fino al router. Per il trasporto, abbiamo usato la fibra fin dove c’era; i buchi della fibra li abbiamo coperti con ponti radio in wireless, ma non con Hiperlanbensì con Stm1 in microonde a 155 Mbps. Per il trasporto c’è bisogno di più banda di quanto l’Hiperlan ci conceda.

E qual è la capacità reale dell’Hiperlan?

Lordi, 54 Mbps; netti fino a 24 Mbps. Meglio di qualsiasi Adsl adesso in commercio. Non dimenticare che sono simmetrici, il che va molto bene per le aziende. Però partiamo con offerte a listino a 2, 3 o 6 Mbps. A progetto, anche collegamenti più potenti, che già ci hanno chiesto.

In ogni caso, la condizione è che l’utente sia in visibilità ottica con la Bts.

Hai detto che bisogna mettere l’antenna sul tetto. Ma so di schede che si inseriscono nel computer e, indoor, riescono a collegarsi all’access point Hiperlan.

Sì, ma sul campo funziona poco. Solo se sei vicinissimo, a meno di un chilometro, dalla Bts (nostro punto di accesso wireless) puoi permetterti di mettere l’antenna a casa.

Hai detto: così mi libero di Telecom. Ma la fibra per il trasporto non la prendi da Telecom?

Non sia mai. La affittiamo da Infracom, Norcom… altri, purché non Telecom. Prima di iniziare questa avventura mi sono posto un requisito essenziale: mai fibra Telecom. Se in un posto c’è solo fibra di Telecom, non ci andiamo.

Bene, è venuto il momento della schiettezza: che cosa perde l’utente, rispetto all’Adsl, con l’Hiperlan? Tutte le alternative alla banda larga tradizionale – vedi il satellite – sono stati finora surrogati della serie “meglio di niente”.

E invece l’Hiperlan è persino migliore dell’Adsl. Più affidabile, più banda di picco e garantita a parità di prezzo…

Davvero? Nessun rovescio della medaglia, oggi? Com’è la latenza del segnale, uno dei drammi del satellite?

Migliore dell’Adsl, difficilmente vai oltre il millisecondo punto-punto. In media abbiamo tra i 10-15 ms per arrivare a Milano. Il jittering è su 1-2 Ms. Piogga e neve creano effetti trascurabili. Un problema è se ti costruiscono un palazzo davanti e perdi visibilità dell’antenna; ma un’alea simile c’è anche nelle Adsl: se attivano troppe Adsl sulla tua multicoppia il rumore può disturbarti il segnale. Oppure, evento raro, potresti avere un’interferenza notevole perché ci sono molti apparati intorno che operano sulla 5.1 GHz…Ma prima di attivare una linea controlliamo che il rapporto segnale/rumore sia accettabile.

E la stabilità della linea? La frequenza delle disconnessioni?

Meglio checon l’Adsl, la cui stabilità è minacciata dai continui interventi in centrale. Il packet loss è inferiore persino a quello Hdsl: 1 per mille di pacchetti persi. Abbiamo già avuto casi di utenti, coperti da Adsl, che l’hanno disdetta per passare a noi. Pur di liberarsi di Telecom… Noi offriamo anche il VoIP. Anche se le antenne sono state poste per coprire le zone senza Adsl, in certi casi, infatti, irradiano il segnale fino a zone non affette da digital divide.

Fino a prova contraria, non c’è che da fidarsi. Ad oggi è così… In futuro ci sono rischi?

Oggi non ci sono rischi di interferenze perché siamo tra i primi operatori sull’Hiperlan. Lo spettro è libero. Solo più avanti, quando ci saranno eventualmente molti operatori wireless, c’è rischio di sporcare la frequenza e quindi di avere problemi di connessione. Anche se dubito che arriveranno in tanti in un stesso luogo. È un business dove ha senso un solo operatore che prenda tutti i clienti di una comunità non raggiunta da Adsl. Inoltre la banda del 5.1 è molto larga, ci sono 33 canali non sovrapposti. Può sopportare fino a 3-4 operatori in uno stesso luogo. Ciò detto, se voglio la massima sicurezza ho bisogno di una frequenza tutta mia, licenziata. E quindi del WiMax. Parteciperemo all’asta estiva.

Che cosa comporta l’upgrade da Hiperlan a Wimax?

È facilissimo: basta che aggiungiamo un’antenna WiMax sui tralicci, di fianco a quella Hiperlan, e possiamo offrire entrambi i servizi. La rete di trasporto è la stessa. Ci siamo già messi avanti con il lavoro, quindi. Siamo 10 mesi avanti rispetto a chi domani partirà da zero con il WiMax, a costruire una rete di trasporto. Il grosso del tempo se ne va a studiare l’orografia, per scegliere su quali tralicci andare, come orientare le antenne per la copertura…

Questa è una buona notizia, perché significa che gli attuali progetti wireless, in Hiperlan o WiFi, sono già un passo verso il WiMax. Ma non hai perso tempo con le amministrazioni pubbliche, per farti avere i permessi?

No, perché non abbiamo messo tralicci. Abbiamo usato quelli già esistenti, di altri, della rete radiotelevisiva.

Spesa?

L’attuale copertura è il primo passo, per farci le ossa, e abbiamo speso 100.000 euro. Quando compro due blade nuovi per il servizio di hosting virtuale spendo di più. Con le antenne già installate, considerando un massimo di 100-150 clienti per cella, posso servirne 2.000. Conto di arrivare al punto di pareggio dell’investimento prestissimo: tra sette-otto mesi.

E allora, se è davvero così facile, viene da chiedersi… Perché non puntano sul wireless, come te, tutti quegli operatori medio-piccoli che un giorno sì e l’altro pure si lamentano per la posizione schiacciante di Telecom, possessore della rete nazionale?

Ne parlavo con un collega proprio l’altro ieri. È un problema culturale. I provider non hanno esperienza di onde radio, tralicci, frequenze. Due mondi completamente separati. Si dovrebbero mettere in mano a consulenti che ancora non ci sono perché le reti wireless sono agli albori.

E tu come hai fatto?

Ho passato due mesi quest’estate a studiarmi le radiofrequenze. Da buon autodidatta, come ho sempre fatto.

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