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Computerworld intervista uno sceicco: Attaccheremo l’Occidente attraverso Internet

21 Novembre 2002

Computerworld intervista uno sceicco: Attaccheremo l’Occidente attraverso Internet

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In una intervista a un porta voce di un gruppo di fanatici islamisti, Computerworld svela le intenzioni dei terroristi di attaccare l’Occidente attraverso Internet.Le risposte alle domande della rivista sono …

In una intervista a un porta voce di un gruppo di fanatici islamisti, Computerworld svela le intenzioni dei terroristi di attaccare l’Occidente attraverso Internet.
Le risposte alle domande della rivista sono state date da Omar Bakri Mohammed, porta voce del “Fronte islamico internazionale per la jihad contro gli ebrei e i cristiani” e, per la prima volta, un rappresentante di spicco del clero musulmano legato a Osama Bin Laden dichiara pubblicamente le intenzioni di attaccarci attraverso la rete.

Il fondatore del gruppo islamista Jama’at Al-Muhajirun, con sede a Londra e contatti con Al Qaeda, inizia dall’economia e dichiara che è solo questione di tempo perché ci siano attacchi ai mercati borsistici.
Secondo quanto ha dichiarato a Computerworld, un discreto numero di gruppi musulmani fondamentalisti considera l’uso di Internet come un’arma di difesa nella guerra santa contro l’Ovest del mondo e il capitalismo.

Lo sceicco minaccia che milioni di musulmani sono pronti ad attaccare il Pentagono e i siti del governo israeliano e che, sempre secondo lui, la maggior parte degli studenti musulmani che terminano i loro studi in informatica e in programmazione appoggiano Bin Laden. Insomma, lo sceicco non si stupirebbe se ci fosse un attacco informatico distruttivo ai sistemi informatici di grandi società e lo dice con l’aria di chi sa qualcosa.

L’ex capo dell’unità antiterrorismo della CIA, Vince Cannistraro si dimostra comunque cauto su queste affermazioni.
Secondo lui, lo sceicco non avrebbe informazioni privilegiate sui piani di Al Qaeda, anche se riconosce al gruppo una certa esperienza in informatica e che sarebbero capaci di portare attacchi in questo settore.

Così facendo, però, rischierebbero di mettere in pericolo l’organizzazione, svelando la localizzazione di uno e di molti sottogruppi.
Secondo l’esperto della CIA, la loro esperienza informatica arriverebbe, al massimo, a livello della comunicazione sicura tra le diverse cellule.

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