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Commercio elettronico: in Francia un sito su tre viola la legge

22 Marzo 2002

Commercio elettronico: in Francia un sito su tre viola la legge

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Il rapporto 2001 dell'organismo deputato al controllo delle attività di commercio elettronico mette in evidenza che un terzo dei siti francesi non è in regola. Nella maggior parte dei casi si tratta, però, di infrazioni non eccessivamente gravi

Nel corso dell’indagine annuale, relativa al 2001, la “direction générale de la consommation, de la concurrence et de la répression des fraudes”, (DGCCRF), incaricata della sorveglianza del commercio elettronico, ha controllato 988 dei quasi 3500 siti francesi che si occupano di e-commerce e ha riscontrato che 311 di questi – cioè uno su tre – non sono in regola con la normativa vigente.

Nella maggior parte dei casi non si tratta di infrazioni di rilevante gravità. Il 20% delle anomalie riguardano, infatti, la mancata pubblicazione delle coordinate del venditore, dei prezzi, delle offerte o delle modalità di pagamento.

Altrettanto frequenti, secondo quanto emerge dalla relazione della DGCCRF, sono le irregolarità concernenti la scarsa chiarezza nell’indicazione dei “logo” presentati come marchi di qualità o la diffusione di messaggi ingannevoli.

Più grave, invece, prosegue il documento, è la presenza, in alcuni siti, di lotterie illecite, non solo perché in Francia i giochi online tramite i quali si vince denaro sono vietati – tranne che per “La Française des jeux”, che detiene il monopolio – ma anche perché spesso i casinò elettronici hanno sede all’estero.

Con particolare riferimento a questo fenomeno, la stessa DGCCRF e altri 20 organismi con analoghe competenze, operanti in altrettanti Paesi, stanno cercando di definire una piattaforma comune, finalizzata all’istituzione di forma di controllo internazionale delle attività commerciali sul Web.

Nel frattempo, però, in Francia, il Centro di sorveglianza del commercio elettronico, organo specializzato della DGCCRF, per colpire i siti francesi che rinviano a siti stranieri, fa riferimento all’art. 4 della legge del 1826 che sanziona tutti coloro che, con qualunque mezzo, rendono pubblica l’esistenza di lotterie illegali.

In seguito alla conclusione dell’indagine, comunque, sono state intentate solo 17 cause nei confronti dei siti irregolari, a fronte delle più di 5000 e-mail ricevute da consumatori insoddisfatti; è anche vero però che, delle lamentele, quasi 700 riguardavano due sole imprese, che sono state effettivamente citate in giudizio.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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