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Come si vivrà su Marte nel 2025?

02 Febbraio 2004

Come si vivrà su Marte nel 2025?

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I recenti successi delle sonde spaziali rendono il sogno della vita su Marte una realtà più concreta: presso il Politecnico di Milano, docenti e ricercatori stanno già studiando abitazioni confortevoli e ambienti funzionali alle prossime missioni umane

La superficie desolata, rossa e brulla è la prima immagine del pianeta Marte che la sonda Spirit2 ha inviato a terra. Finalmente, dopo quarant’anni di tentativi, una missione che comprenda astronauti e ricercatori sembra essere qualcosa di realizzabile: gli Stati Uniti prevedono la fattibilità di una base lunare entro il 2015 ed una su Marte dal 2025.

SpaceLab, il laboratorio di ricerca per la progettazione spaziale del Politecnico di Milano, sta studiando strutture, interni ed attrezzature adatti a condizioni di gravità variabili e ad ambienti confinati ed estremi come quello del pianeta rosso.

L’attività di SpaceLab è finalizzata ad affrontare non solo le difficoltà tecniche di realizzazione di un ambiente abitativo estremo, come è quello di Marte, ma anche gli impatti psicologici e fisici che l’ambiente può generare sui componenti dell’equipaggio. Questo permette di progettare gli spazi che rispondano alle necessità reali dell’uomo, da un lato mettendo in luce le esigenze di chi dovrà vivere e lavorare per tempi più o meno prolungati in questi ambienti, dall’altro trovando soluzioni tecniche alle sfide che un ambiente avverso pongono al progettista.

Tra le ricerche del laboratorio di SpaceLab del Politecnico vi è lo studio di fattibilità realizzato per l’ENEA della Base Concordia in costruzione in Antartide, a Dome C,: si tratta di un’expertise sul progetto esecutivo sulla distribuzione interna degli spazi e sul design degli arredi e degli equipaggiamenti che tenga conto delle problematiche tecnologiche funzionali e del benessere di coloro che vi risiederanno.

Lo studio di campi abitativi in Antartide è quanto di più vicino si possa simulare, sul nostro pianeta Terra, a una eventuale base su altri satelliti o pianeti e rappresenta, pertanto, un’indispensabile sperimentazione di grande utilità per la progettazione di missioni future come quella prevista su Marte o sulla Luna.

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