Nei continui raid contro i 100 milioni di aderenti alla setta Falun Gong, il governo cinese sta avendo mano pesante anche su Internet. La settimana scorsa ne ha bloccato il sito Web, diffondendo comunicati per mettere in guardia chiunque contro la disseminazione elettronica di qualsivoglia informazione inerente la setta.
Le pressioni e i controlli governativi hanno portato anche alla temporanea chiusura dei servizi gratuiti di e-mail, ormai assai popolari anche tra i cinesi. China.com ha diffuso l’annuncio di una fermata di 24 ore dovuta a “motivi speciali”, per poi riaprire in realtà dopo oltre 48 ore. Sembra lo stesso sia accaduto a quasi tutti gli altri fornitori di simili servizi gratuiti in lingua cinese.
Recentemente le autorità cinesi hanno arrestato numerosi membri della setta Falun Gong, il cui sito Web aveva prontamente diffuso notizie su tali arresti, usando Internet per informare il resto del mondo come già avvenuto dieci anni fa per i tragici eventi di Piazza Tienanmen.