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Cinque cose che ho imparato comunicando la formazione

12 Luglio 2019

Cinque cose che ho imparato comunicando la formazione

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L’ambito della formazione è un settore stimolante e in continuo fermento. Raccontarlo e riuscire a trasmettere la complessità di un percorso di crescita, che duri un giorno o anni, è il frutto di creatività, empatia, ascolto, analisi.

Lavoro da diversi anni nel campo della comunicazione e negli ultimi anni ho avuto modo di misurarmi con la formazione, sia in prima persona con una esperienza da docente, sia come responsabile della comunicazione social di una nota Scuola di Design e di Apogeo.

Fino a quel momento la mia attività verteva sulla creazione di contenuti per prodotti di largo consumo e rispondeva a logiche completamente diverse. L’impatto con il mondo della formazione e con l’ecosistema scuola è stato forte, ma istruttivo, e mi ha permesso di mettere a fuoco cinque verità che mi accompagnano nell’attività quotidiana.

1. Informare è raccontare

Immaginiamo di parlare a qualcuno che non ha la minima idea di quale sia la nostra offerta formativa. Non conosce il brand, non conosce le alternative di percorso di crescita che possiamo mettere a disposizione e nemmeno i vantaggi. Non possiamo dare nulla per scontato: siamo chiamati a dare tutte le informazioni necessarie.

Ma non solo. Dobbiamo farlo nel modo più efficace possibile. Che si traduce in:

  • scegliere il canale giusto;
  • identificare il tono di voce;
  • produrre contenuti originali e memorabili;
  • essere presenti con un community management puntuale e professionale;
  • mostrare il cuore dell’offerta e saperne sintetizzare i punti di forza;
  • non stancarsi mai di cercare nuovi punti di vista.

Perché vendita e storytelling sono inseparabili e l’uno senza l’altro non possono sopravvivere.

2. Conosci il tuo interlocutore per coinvolgerlo

Anche la comunicazione più semplice prevede un emittente, che abbia un messaggio da inviare, e un ricevente, che lo riceva. Anche sui social funziona così e conoscere il destinatario dei contenuti è fondamentale. Per quanto riguarda l’ambito della formazione, ad esempio, ci si ritrova a rivolgersi a un pubblico che si appresta a scegliere la formazione post-diploma (che frequenta quindi la quarta o quinta superiore): come possiamo farci ascoltare? La risposta non è parlare come loro, ma parlare un linguaggio a loro comprensibile, proponendo soluzioni creative e contenuti accattivanti, informando e coinvolgendo.

Questo vale anche per un pubblico più adulto, che sta cercando un master, o per professionisti già inseriti nel mondo del lavoro, che sentono la necessità di aggiornarsi o completare le proprie competenze. Può esserci inoltre un target secondario, i genitori, che accompagnano i figli nella scelta della scuola migliore e che sono spesso sponsor di questa scelta. Non per ultime le aziende, potenziali partner per progetti speciali. Insomma, indipendentemente da chi hai di fronte, studia il tuo target.

3. Scegli una comunicazione autentica, sempre

In Apogeo abbiamo scelto un tono di voce amichevole ma non amatoriale, disponibile, ci esponiamo in prima persona e ci mettiamo la faccia. È così perché i valori di Apogeo sono i nostri e generano empatia con il lettore. Uno stile che si ritrova ovunque; dai canali social al sito, dalla newsletter ai corsi: online e offline la sostanza non cambia e nemmeno la forma.

Anche Elia Bombardelli, docente di matematica e fisica, ha scelto di esporsi e di utilizzare il suo canale YouTube Videolezioni di matematica, esperimenti scientifici e molto altro per insegnare e fornire ripetizioni rapide. Il suo segreto? Un linguaggio semplice, chiaro e genuino. Al primo di luglio 2019, il canale contava 228.732 iscritti.

Elia Bombardelli, YouTuber che racconta la matematica

Elia Bombardelli e il suo canale <3 Math.

Essere trasparenti, aprire la porta al lettore, al fan, al follower, mostrare l’umanità, gli studenti al lavoro e il risultato delle loro fatiche, portare l’attenzione sugli ex studenti e sulle loro storie, far parlare i docenti in prima persona, raccontare il circolo virtuoso che la formazione può generare, è per noi la materia di migliore qualità.

Una semplice lezione di Elia Bombardelli su YouTube.

4. Ascoltare per migliorarsi

L’esperienza porta ad allenare la mente e aiuta a trovare soluzioni innovative per comunicare, sfruttando il pensiero laterale. La curiosità, invece, fa scoprire esempi eccellenti, a cui ispirarsi per fare sempre meglio. L’insieme delle due cose può portare a contenuti di qualità.

Ma non basta: il contenuto può essere il più brillante del mondo, il piano editoriale il più creativo, ma se non investiamo tempo nella lettura dei dati, nell’analisi quantitativa e qualitativa delle interazioni con la nostra community, il nostro lavoro perde di valore. Quale contenuto è stato il più efficace, oltre la nostra sensibilità e le nostre previsioni? Siamo presenti nel dialogo online quando un utente ha bisogno di noi? Sta a noi capire con che frequenza leggere i dati, consapevoli che solo in questo modo possiamo migliorare il nostro modo di comunicare.

5. Conoscere il valore del passaparola

Le persone che fanno parte di un gruppo vengono influenzate dall’ambiente circostante. Ogni persona è un potenziale influencer e la sua opinione può essere determinante per la propria cerchia di conoscenze e così condizionare una scelta. Un ex studente è la prima fonte di informazione, fidata e credibile, per chi vuole iscriversi a un corso, o a una scuola. Se è soddisfatto, diventa per noi un prezioso ambassador. Dare la parola a un ex studente è valore aggiunto per la comunicazione. E più se ne parla, più se ne parla, più se ne parla.

Per concludere, un semplice assunto: se non hai passione, non appassioni.

L'autore

  • Federica Bianchi
    Federica Bianchi lavora nella comunicazione da più di vent’anni. Collabora con Apogeo occupandosi del racconto social di articoli, libri, corsi, persone. Dal 2003 si prende cura dei pescibanana di J.D. Salinger. È impaziente, fa più cose contemporaneamente, ha una pessima memoria e una vivace immaginazione. Le piace fare la valigia, pensare ai regali da fare, a nuovi posti da visitare, partire. E poi tornare.

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