Trentacinque disegni di legge in discussione nei parlamenti di altrettanti stati, undici quelli già approvati e in vigore. Una vera e propria ondata di legislazioni locali mirate a restringere l’uso dei cellulari mentre si è alla guida in un autoveicolo. Vero è che finora le potenti lobby high-tech hanno impedito l’introduzione di similari misure nell’aula del Congresso, anche se c’è chi ritiene ciò solo questione di poco tempo. Nel complesso però crescono preoccupazioni e lamentele per via dei sempre più numerosi incidenti automobilistici dovuti all’imprudenza di chi guida chiacchierando al telefono. E lo stesso dicasi per le diffuse abitudini a raccontare tranquillamente fatti personali e altri comportamenti contro la “comune decenza” tipici di chi ricorre eccessivamente al cellulare. Telefonini intrusivi e pericolosi, dunque: questo l’attuale scenario statunitense, con annesso arrivo di legislazioni a tutela collettiva.
Il giro d’affari di gadget elettronici e telematici negli autoveicoli raggiunge oggi la ragguardevole cifra di 40 miliardi di dollari. Si tratta di apparecchi quali laptop, dispositivi di navigazione, per fax ed email. Ma soprattutto dell’ubiquo mobile phone. Un bacino d’utenza che cresce di tre milioni al mese sull’intero territorio USA, attestandosi al momento intorno ai 110 milioni di utenti. L’85 per cento dei quali li utilizza variamente mentre guida, rivela un sondaggio della National Highway Transportation Safety Administration. Tendenza confermata da altri sondaggi indipendenti, con un buon 70 per cento. Pur essendo decollato con deciso ritardo rispetto all’Europa, dunque, il settore tira fortissimo oltreoceano, soprattutto se accoppiato alla “vita nomade” che l’era digitale sembra imporre un po’ a tutti. Con annessa diminuzione della tipica dose di prudenza del traffico locale, assai più ordinato di quello italiano. Improvvise sbandate e superfrenate dovute alla disattenzione di autisti armati di cornetta sono all’ordine del giorno sia nelle metropoli che sulle highway. E non si contano ovviamente gli incidenti dovuti a tale pratica avventata — inclusi non pochi quelli mortali.
Per portare allo scoperto tale situazione è stata recentemente costituita l’associazione Advocates for Cell Phone Safety, che raduna i familiari delle vittime di tali incidenti. Tra le prime iniziative del gruppo, la pressione sui legislatori affichè introducano quanto prima precise misure a tutela dell’incolumità collettiva. Ciò anche sulla base di simili restrizioni già in vigore in altri paesi del mondo: alcune nazioni impediscono il ricorso a dispositivi manuali, altri ne vietano il totale utilizzo mentre si guida. È il caso quest’ultimo di Giappone, Israele, Portogallo e Singapore, mentre finora negli USA il divieto totale riguarda i tassisti dell’area urbana di New York City e gli autisti degli autobus scolastici del Massachusetts, con diverse contee che impongono restrizioni più selettive. Gi esperti prevedono comunque ulteriori disposizioni in materia, seppur con la dovuta cautela. Spiega un portavoce della National Conference of State Legislature: “Con tutta la tecnologia presente negli autoveicoli e i sondaggi pubblici a sostegno di maggiori limitazioni, è chiaro che quanto prima vedremo passare altre restrizioni. Ma è probabile si arrivi a qualche tipo di compromesso, perché la totale proibizione finirebbe per lo scontrarsi frontalmente con una tecnologia che non è certo destinata a scomparire, tutt’altro.”
L’industria tenta di difendersi sostenendo che il telefonino in macchina è una distrazione non più pericolosa, ad esempio, della manipolazione della radio o del CD, come pure dell’usanza a sgranocchiare o bere qualcosa. Mentre la Cellular Telecommunications Industry Association, che raccoglie il 95 per cento del settore per oltre 570 membri, richiede analisi e riscontri più accurati e soprattutto la ferrea imposizione delle leggi vigenti in tema di guida scorretta e imprudente. Non mancando di sottolineare come, prima e anziché restrizioni legali, ai guidatori occorra fornire educazione e informazione ad hoc. Tuttavia lo scorso anno proprio uno studio commissionato da AT&T riportava tra l’altro che si era toccato il milione e mezzo di incidenti connessi all’uso del cellulare in auto (meno di un decimo di quelli provocati di chi guida dopo aver bevuto alcolici). Sulla base di tale dato, le proiezioni parlano di circa 600 fatalità annuali potenziali. Ciò rispetto alle circa 200 morti dovute a difetti delle gomme e delle air bag che recentemente hanno provocato grossi titoli sui giornali e precipitosi dietro-front dell’industria automobilistica. Ancora: una fresca indagine curata dalla University of Montreal riporta un 38 per cento di rischi di incidenti in più per quanti guidano e usano il telefonino. Percentuale che sale in diretta proporzione al numero delle chiamate effettuate o ricevute.
Che fare dunque? Pur se le autorità (e i politici) appaiono tuttora restie ad imporre precise limitazioni a livello federale, il National Safety Council diffonde appelli a non usare il cellulare mentre si guida, salvo casi di provata emergenza. Oltre a quanto accennato sopra in tema di regolamentazioni locali approvate e in via di approvazione. Nel frattempo, sul tutto non va dimenticata la progressiva perdita di un bene assai caro agli statunitensi tutti: la privacy. O per dirla diversamente, l’erosione del diritto a non dover esser costretti a sorbirsi le altrui conversazioni private. Evidentemente non basta il NO ai cellulari in luoghi pubblici quali concerti e chiese, e neppure i cortesi inviti a isolarsi per parlare al telefono mentre si è in fila allo sportello postale o negli aeroporti. La “Cell Phone Etiquette Guide”, disponiblie anche sul web, illustra una lunga serie di comportamenti che sarebbe corretto tenere in pubblico, a tutela della propria ed altrui privacy. Intanto, qualche ristorante ha interpellato i propri avventori: meglio consentire la sigaretta o il cellulare mentre si mangia? Non pochi opterebbe per la prima, vietando del tutto il secondo. E ciò è tutto dire nel paese che ha fatto della guerra alle multinazionali del tabacco un emblema globale.