La decisione di procedere alla confisca ha preso il via da un’inchiesta dello scorso anno, dalla quale era emerso che si erano verificati ben 644 illeciti, nel corso degli ultimi cinque anni, tutti collegati alla presenza di computer nelle celle. Gli illeciti riguardavano la fabbricazione di falsi documenti d’identità e di piani d’evasione; tentativi di accedere ai sistemi informatici delle carceri; il riciclaggio di denaro sporco e il download di materiale pornografico da Internet.
Poiché dall’inchiesta è emerso che la minaccia alle infrastrutture del sistema carcerario canadese è alta, le autorità hanno deciso di proibire l’uso dei computer da parte dei detenuti.
Circa 200 sono stati i computer confiscati, dopo che gli ispettori hanno trovato all’interno delle celle modem e cellulari (apparecchi il cui possesso è vietato nelle carceri), che permettevano ai detenuti di collegarsi a Internet e per mezzo dei quali gli stessi potevano compiere le attività illecite già menzionate.
Già nell’ottobre scorso, il Service correctionnel aveva ordinato di sospendere temporaneamente tutti gli acquisti di nuovi computer previsti per i detenuti e aveva iniziato a ispezionare i 1.119 apparecchi già installati nelle celle del paese.
Questa misura si è resa indispensabile per impedire che i detenuti continuassero a commettere crimini dietro le sbarre.
Quanto ai falsi documenti d’identità, poi, è emerso che i detenuti li hanno realizzati con l’aiuto dei loro computer, ma li hanno poi stampati con le stampanti a colori in dotazione degli uffici delle carceri.
Infatti, in base al regolamento, nelle celle possono essere installate solo stampanti in bianco e nero.
Successivamente, i modelli così realizzati venivano riprodotti con le fotocopiatrici ad alta definizione, sempre in dotazione degli uffici.
Il Service correctionnel, in questo momento, sta anche vagliando la possibilità di censurare alcuni segnali televisivi e di controllare tutti i programmi che i detenuti seguono sul proprio televisore e il momento in cui li seguono.
Inoltre, non è escluso che nei prossimi mesi possa essere temporaneamente vietato, per motivi di sicurezza, l’ingresso di giornali, riviste e apparecchi televisivi all’interno delle prigioni.