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Calano vistosamente le vendite di musica online: colpa del P2P

07 Novembre 2002

Calano vistosamente le vendite di musica online: colpa del P2P

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Un nuovo studio rivela che la pirateria musicale e i siti P2P nuocciono alla vendita online di musica. Una discesa delle vendite che si è accelerata nell’estate scorsa.A rivelarlo è …

Un nuovo studio rivela che la pirateria musicale e i siti P2P nuocciono alla vendita online di musica. Una discesa delle vendite che si è accelerata nell’estate scorsa.
A rivelarlo è l’azienda specializzata ComScore Networks, che ha pubblicato i dati di un’indagine sul settore realizzata su un panel di 1,5 milioni di utenti Internet.

I primi nove mesi dell’anno hanno fatto segnare un crollo del fatturato della musica online del 25 % a 545 milioni di dollari.
Nello stesso periodo del 2001 il fatturato arrivava a 730 milioni di dollari.

In particolare e in rapporto agli stessi periodi del 2001, le vendite calano del 12 % nel 1° trimestre e del 28 % nel secondo.
Ma il vero crollo si ha nel periodo luglio-settembre 2002, con un calo del 39 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un fatturato di 112 milioni di dollari.

Un dato che ComScore Networks rivela in controtendenza rispetto agli altri settori merceologici online.
Gli acquisti online degli altri prodotti sono aumentati in media del 30 % sui neve mesi presi in considerazione.

Non solo. Secondo lo studio, negli Stati Uniti le vendite di musica online sono scese più rapidamente rispetto a quelle tradizionali che hanno perso il 7 % nel primo semestre arrivando a 5,53 miliardi di dollari.

“L’industria musicale attribuisce il declino nelle vendite di musica online e offline a una varietà di fattori – spiega Peter Daboll, responsabile delle misurazioni di gradimento a ComScore Networks – come il rallentamento dell’economia, il numero più basso di hits, la pirateria informatica, la masterizzazione selvaggia o lo scambio di brani (sui siti di musica gratuita)”.

Il “duro impatto negativo” riguardo le vendite online, si spiegherebbe, secondo lui, per lo scambio di brani sui siti P2P gratuiti che hanno preso il posto dello scomparso Napster e le copie dei Cd effettuate con masterizzatori.

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