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Bush ha firmato il protocollo per la guerra preventiva su Internet

11 Febbraio 2003

Bush ha firmato il protocollo per la guerra preventiva su Internet

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Il concetto di “guerra preventiva” sbandierato dall’amministrazione Bush non appartiene alla storia delle democrazie occidentali, ma è diventato il leitmotiv di questi ultimi mesi.Ma cosa succederebbe se questo “metodo” venisse …

Il concetto di “guerra preventiva” sbandierato dall’amministrazione Bush non appartiene alla storia delle democrazie occidentali, ma è diventato il leitmotiv di questi ultimi mesi.
Ma cosa succederebbe se questo “metodo” venisse riportato, paro paro, su Internet, ultimo luogo che, nel bene e nel male, mantiene ancora una forma democratica e non è soggetto a imperi di sorta?

La notizia che riporta il Washington Post è allarmante e fa comprendere quanto anche questo mondo “virtuale” sia ormai preda di visioni imperialistiche e sempre più simile al mondo reale.

Secondo quanto riporta il giornale, citando ufficiali dell’amministrazione americana, Bush avrebbe firmato una direttiva segreta che da al governo il potere di sviluppare parametri che consentirebbero agli Stati Uniti di lanciare attacchi contro sistemi informatici stranieri.

Sicuramente una levata d’ingegni del Pentagono che sarebbe interessato allo sviluppo di nuovi strumenti informatici che permetterebbero di neutralizzare i sistemi di telecomunicazione di un paese straniero.

Veniamo all’ipotesi pratica. Nel caso dell’Irak, questo tipo di infrastrutture sono sufficientemente sviluppate e vitali per far si che un loro blocco abbia un impatto grave sul sistema militare e bellico, oltre che tra i civili.

La strategia bellica degli Stati Uniti, dall’avvento di Bush alla Casa Bianca, mira ad ottenere il massimo della potenza in tutti i campi per intimorire chiunque, sia esso un alleato, sia esso un avversario. La ripresa dello “scudo spaziale”, ad esempio, ha essenzialmente lo scopo di intimorire i cinesi, gli unici a potersi contrapporre allo strapotere americano.

Entrare in questo campo, quello informatico, vuol dire per Bush poter esplorare nuove forme potenziali di guerra.
Lo stesso Washington Post, che per primo ha reso noti questi segreti, riporta che il Pentagono ha accelerato lo sviluppo di cyber-armi (soldati che seduti davanti a un computer possono, con quello, neutralizzare i sistemi radar del nemico utilizzando la rete; mettere fuori uso centrali elettriche o provocare interruzioni nella rete telefonica).

Ironia della sorte, proprio gli Stati Uniti che possiedono grandi competenze in materia di attacchi informatici e di sicurezza informatica, hanno le reti più suscettibili a possibili attacchi e offensive, visto il grande sviluppo e la grande complessità delle infrastrutture informatiche.

Fino ad oggi, il governo americano non aveva regole precise, protocolli per determinare le circostanze nelle quali stabilire se possano essere lanciati attacchi informatici, a chi spetta l’autorizzazione e quali sono i bersagli legittimi.

La guerra preventiva e infinita è stata proclamata, in silenzio, anche sulla rete.

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