Anche il mondo editoriale USA risente dell’onda lunga delle presidenziali del 2000. Una campagna elettorale già in piena attività, con i riflettori puntati anziché no sull’ormai certo candidato repubblicano, George W. Bush. La settimana scorsa la casa editrice Martin’s Press ha ritirato dal mercato un libro appena distribuito nelle librerie su tutto il territorio nazionale, “Fortunate Son: George W. Bush and the Making of an American President'”. E nei giorni scorsi si è dimesso l’intero staff editoriale (20 persone più l’editor-in-chief) dello stesso dipartimento commerciale perchè “privato di ogni controllo sull’uscita del volume”. Motivo di tutta questa burrasca? La tardiva scoperta da parte di Martin’s Press della scarsa credibilità dell’autore, J.H. Hatfield: nel 1988 era stato condannato per tentato omicidio, e aveva mentito sulle proprie responsabilità.
Ma ovviamente le polemiche di questi giorni, apparse sui maggiori quotidiani USA e su vari siti Web, si sono centrate su diversi episodi controversi, e già causa di pubbliche controversie, citati nello scritto di Hatfield. Fra questi, secondo alcune fonti (anonime) nel ’72 Bush era stato arrestato per possesso di cocaina e condannato a svolgere dei servizi comunitari. Del reato però non sarebbe rimasta alcuna traccia, perchè il giudice Repubblicano cui era stato assegnato il caso volle ricambiare il favore all’allora Presidente George Bush, padre di George W., che lo aveva aiutato ad ottenere quella posizione giudiziaria.