Il regime militare di Myanmar, meglio noto come Burma, ha diffuso una serie di norme per la diffusione di contenuti locali via Internet. In pratica vengono vietati i testi di contenuto politico, anche se la popolazione locale non ha accesso online. La proibizione colpisce la pubblicazione elettronica di qualunque documento che “direttamente o indirettamente sia di detrimento alle politiche correnti e alla sicurezza del governo.” L’annuncio ufficiale è stato letto alla televisione statale da un portavoce dell’agenzia governativa delle Poste e Telecomunicazioni.
I militari burmesi sono al potere dal 1962 e controllano da vicino tutti i media locali. Tra l’altro, secondo le attuali leggi, chiunque possegga un computer o un fax, oppure metta in piedi un network informatico, privo della necessaria autorizzazione, può essere punito con un massimo di 15 anni di carcere.
Il mese scorso i due provider privati che ricorrevano a server dislocati fuori dai confini nazionali sono stati sospesi dal governo, poiché l’unica agenzia autorizzata alla fornitura di servizi e-mail rimane quella delle Poste e Telecomunicazioni.
La diffusione pubblica delle regolamentazioni per la diffusione di contenuti elettronici potrebbe rappresentare il segnale dell’avvio del primo servizio Internet del paese, sempre sotto il diretto controllo del regime militare.