Il Ministero delle attività produttive, con un decreto del 28 febbraio 2003 – in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – ha disposto la sospensione della ricezione delle domande di agevolazione per i bandi relativi agli incentivi in favore del commercio elettronico nel settore tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero i cui bandi sono stati emanati con circolari 10 dicembre 2002 n. 900501 e 10 dicembre 2002 n. 900502.
La sospensione è stata disposta in quanto le domande presentate nel primo giorno di apertura del bando (il 27 febbraio 2003) hanno determinato l’esaurimento delle risorse finanziarie disponibili.
Il termine ultimo per la presentazione delle domande avrebbe dovuto essere il 27 maggio 2003: evidentemente il Ministero non aveva fatto bene i conti!
La constatazione è d’obbligo, considerate anche le dimensioni – e i costi – della campagna pubblicitaria che ha preceduto, in queste ultime settimane, l’apertura dei termini per la presentazione delle domande.
Oltre all’elevato numero di spot pubblicitari, il Ministero aveva provveduto ad emanare circolari esplicative di cui è stata data più volte notizia dai media, per far sì che tutti coloro che fossero in possesso dei requisiti richiesti, potessero accedere ai benefici.
L’ultima in ordine di tempo è stata la circolare 17 febbraio 2003, n. 9460, che ha fornito chiarimenti sulle modalità e sulle procedure per la concessione e l’erogazione delle agevolazioni previste nei bandi per le incentivazioni in favore del commercio elettronico e per il collegamento telematico “quick-response”. In base a questa,
anche i liberi professionisti che costituiscono società di servizi avevano i requisiti per ottenere il credito d’imposta al commercio elettronico.
Una domanda sorge spontanea: ma è davvero equo il criterio di “selezione” adottato dal Ministero, basato, a quanto pare, unicamente sulla priorità della presentazione della domanda? Non si espone, poi, al rischio di favoritismi verso chi, magari, aveva avuto qualche “soffiata”?